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Visualizzazione dei post da novembre, 2014

La copertina sbagliata di un libro bellissimo

Einaudi ha sbagliato la foto di copertina delle  Lettere 1932-1981  di John Fante, pubblicando, al posto del volto dell’autore americano, quello del poeta e saggista inglese Stephen Spender, che forse otterrà da questo bizzarro errore nuova luce e attenzione. La verità che però va sottolineata è che si tratta di un libro meraviglioso. La prefazione di Francesco Durante racconta da subito la sublime mescolanza tra John Fante e Arturo Bandini, il suo personaggio, l'alter ego capace di raccontare John Fante più di chiunque altro. Lo stesso scrittore in una lettera del 1940 al suo lettore Keith Baker scrive "Vuole sapere se io sono Arturo Bandini, e io le dico che lo sono". Le lettere, le prime, quelle del 1932 alla mamma, devota al figlio, raccontano come Fante si tramuti da ragazzo tuttofare, impiegato nella ricerca di un qualunque lavoro che possa rendergli qualche dollaro da condividere con la famiglia, a pensoso scrittore, integerrimo nella sua vocazione letteraria
Con #LaViaDelPepe Massimo Carlotto interpreta il nostro tempo raggelato da paure ancestrali  e ci regala il coraggio di rileggere presente e passato. Lo fa col ritmo cadenzato del mare, con colori sfumati, con corpi che chiedono il ricordo. Ricorre al fantastico attraverso l'immagine della signora nera, capace di provare pietà.  Quella pietà scomparsa dal lessico rumoroso e vuoto di passione. Racconta l'Africa e il sud del mondo, avide di sogni. La via del  Pepe è elegia d'amore, canto di riscatto che ci appartiene. Non cercate protagonisti,  affidatevi alle immagini che si alternano come le antiche nenie degli avi. Amal è il nostro nuovo Ulisse, mai sconfitto dalla barbarie di confini e grate e leggi. È sembianza di una nuova, rispettosa generazione. A lui dobbiamo guardare se vogliamo un'Europa a misura d'uomo. Carlotto offre agli ultimi, ai senza nome, ai migranti di tutti i tempi la speranza. La via del pepe entrerà nelle case, nelle piazze e nel cuor