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Visualizzazione dei post da marzo, 2018

#LaVitaDelleRagazzeEDelleDonne Alice Munro Einaudi

Alla giovane protagonista di "La vita delle ragazze e delle donne", edito da Einaudi, ci si affeziona subito per la spontaneità e la voglia di interrogarsi.  Alice Munro non utilizza artifici narrativi ma offre un romanzo compatto, che dalla forma del racconto conserva l'osservazione del dettaglio, la meticolosa scelta del fonema.  Una scrittura che, nell'indugiare nelle descrizioni, offre il ritratto di un periodo storico. Gli anni quaranta in un piccolo centro sono il pretesto per un'analisi impietosa di un modo di vivere.  È la donna protagonista nella figura stravagante della madre, nei sogni borghesi dell'amica, nelle chiacchiere divertenti delle zie.  L'adolescenza con i suoi turbamenti non è preludio di un romanzo di formazione. La scrittrice scardina il genere e nella ragazzina concentra il tumulto interiore di chi cerca una identità non subalterna alle figure maschili. Si rivela innovatrice, insofferente a schemi obbligati, riuscendo

#UnaCenaAlCentroDellaTerra Englander Einaudi

“Non ti riguarda mai direttamente. Né l'aggressione, né la rappresaglia”  L'incipit di “Una cena al centro della terra”, edito da Einaudi, fa subito intuire che il lettore non ne uscirà indenne, dovrà assistere al conflitto tra Israele e Palestina, sentire il fragore degli spari, assistere al pianto delle madri.  Non è tempo di rimanere indifferenti perché esiste la “responsabilità” e non è casuale l'epigrafe tratta da “Il senso di una fine” di Julian Barnes. Il romanzo si espande oscillando tra il 2002 e il 2014 in una sequenza narrativa volutamente disordinata. Nathan Englander sa incuriosire, trascinare dentro la trama mescolando 2 tradizioni culturali, da un lato il ritmo sincopato americano, dall'altro l’introspezione e la metafora tipiche dell'ebraismo.  Nella scacchiera di geopolica, dove non mancano raffinate invenzioni, si fronteggiano vincitori e vinti, mentre due popoli assistono impotenti ad una follia che non conosce tregue. Pagano tutti, il Ge

#Fame Roxane Gay Einaudi

In "Fame", pubblicato da Einaudi, la narrazione si dipana a tratti, si interrompe, riprende, ritorna su una frase, va dal passato al presente pur rimanendo armoniosa.  La scelta di Roxane Gay passa attraverso la consapevolezza che la scrittura sia terapeutica, ma la strada è tortuosa, affollata da ricordi di uno stupro non solo fisico, da continui ed esasperanti tentativi di autodistruzione.  Una donna e il suo corpo, guscio protettivo e invalidante nemico e nella contraddizione di queste 2 unità il testo racconta non solo la storia individuale. Va oltre, analizza con lucidità e fermezza il ruolo dell'apparire, la necessità di una percezione esteriore imposti dalla società. Si crea un mix di autobiografia e denuncia sociale.  È come se la scrittrice si concedesse pause per rimettere in ordine pezzi di sè stessa.  La sua è una lotta quotidiana, è il bisogno di cibo per riempire il vuoto e la necessità di sentirsi viva nonostante l'ingombro del sovrappeso.  A
Marie, Diane, Olivia, Mariel: intorno a queste figure ruota "Colpisci il tuo cuore", edito da Voland. Due sentimenti percorrono la trama come maldestri responsabili degli eventi. Invidia e gelosia sono gli estremi di una altalena emozionale che travolge i personaggi, li trasforma in vittime. Amélie Nothomb non cerca colpevoli, prova a comprendere.  La scrittura è meno tagliente del suo solito, addolcita da un parafrasare che può risultare infantile. Ma dietro questa patina si nasconde il pregio del romanzo. Riuscire a prendere le distanze per analizzare con sguardo imparziale i rapporti madre figlia. Trapela la solitudine profonda di chi non è amata, mascherata da parole furtive, disperse nel testo.  "Erano dieci anni che non vedeva sua madre. Non ne aveva avuto nè il desiderio nè il tempo" Il lettore è spaesato, cerca di riordinare i sentimenti dei personaggi ma si perde in un labirinto di echi lontani, di mani e braccia incapaci di gestualità. Ed ecco
Scrivendo di "La bellezza rubata", edito da Einaudi, ho il timore di deturpare la meraviglia del testo, che nel lessico esplora tutte le possibili variazioni della purezza. Sia con la trama che con la ricerca storica Laurie Lico Albanese compie un'impresa titanica e il risultato è sorprendente. Riesce a far rivivere lo splendore della Vienna di fine 800, ma il suo obiettivo è quello di riportare alla luce la memoria non solo dei fasti ma anche del fermento culturale, osteggiato perché innovativo. Due donne, Adele e Maria, zia e nipote,  due epoche si passano il testimone capitolo dopo capitolo. Ad alleggerire l'atmosfera vissuta in Austria durante la violenza nazista, c'è l'arte, che è ricerca di "cose che siano in contraddizione ma in qualche modo in armonia". Con la scrittrice visitiamo l'atelier di Klimt, lo osserviamo mentre studia e realizza bozzetti. Percepiamo il fascino di un uomo che creò una frattura tra il prima e il dopo. Con emozi