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Visualizzazione dei post da novembre, 2015

Di Questo Amore non si deve sapere

Ritanna Armeni presenta #DiQuestoAmoreNonSiDeveSapere @pontellegrazie Leggere un libro è un incontro, scriverlo anche. Gli incontri possono casuali. Il mio incontro con Inessa è stato un incontro causale. E anche un colpo di fulmine. Mi sono imbattuta in lei per caso. Volevo scrivere un libro sugli amori a sinistra, l’ho incontrata a fianco di Lenin e ne sono rimasta stregata. Mi piaceva la sua vita senza recinti: Rivoluzionaria convinta era madre amorosa e amatissima di cinque figli. Devota alla Causa e a Lenin teneva alla sua libertà e ai suoi sentimenti. Ricca, non aveva temuto la povertà ed era morta povera. Era stata una buona moglie, ma aveva praticato e teorizzato il libero amore. Aveva relazioni in tutto il mondo e le piaceva la solitudine. Amava Lenin ed era davvero amica e compagna di sua moglie. Era una donna legata all'utopia del mondo nuovo, ma anche una dirigente politica mediatrice e realista. E’ stata una rivoluzionaria fino all'ultimo, ma era c

Pietro Vaghi racconta #ScrittoSullaMiaPelle @salanieditore

Perché la voce di Stefano risuona tra la pelle e il cuore Perché per credere a 16 anni nell'amore per sempre bisogna essere dei pazzi o degli eroi Perché Elisa non sa di avere un segreto ma ha bisogno di raccontarlo Perché Paolo è solo un bambino ma è lo specchio delle nostre paure Perché la storia di Stefano si legge tutta d’un fiato, a 15 anni ma anche a 45. E persino a 70 Raccontare l'adolescenza non è facile. Ci riesce l'esordiente Pietro Vaghi interpretando lo stato d'animo, le paure e le conflittualità di Stefano ed Elisa. Leggendo #ScrittosullaMiaPelle ci si interroga sul valore delle parole. Quanto può essere complicato sentirsi normali a 16 anni? Quali vuoti affettivi ed emozionali bisogna affrontare per sentirsi adulti? Che ruolo ha la figura materna e quanto l'amore è reinvenzione del reale? Sullo sfondo Genova e il suo abbraccio, una metafora di radici Complimenti allo scrittore
@stefaniaauci racconta a @CasaLettori #Florence @BaldiniCastoldi Innanzi tutto, grazie a Marianna Patti e a Casa Lettori per la stima che mi avete dimostrato sin da quando Florence ha fatto il suo esordio in libreria. Per me che vengo dal web è molto bello e importante sentirmi apprezzata da quei lettori che mi hanno conosciuto già attraverso le mie esperienze di blogger e attraverso twitter. Florence viene presentato come un feuilleton, definizione che sembrerebbe dispregiativa ma non lo è affatto: i feuilleton erano i romanzi a puntate pubblicati sulle riviste nella Londra Vittoriana, ed erano capaci di appassionare decine di migliaia di lettori. Volete il nome di un autore a caso? Charles Dickens.  Chi li leggeva poteva riconoscere luoghi e contesti, emozionarsi per le situazioni, appassionarsi alle vicende dei personaggi, poiché spesso si trattava di romanzi corali. Per cui, date queste premesse, sì: Florence è un feuilleton scritto da una signora (signora… si fa per
@igiabas racconta #Adua a @CasaLettori @GiuntiEditore 1) perché racconta una fase della storia italiana che spesso si vuole colpevolmente dimenticare. 2) Per sentire da vicino il profumo di Canella e cardamomo della Somalia prima della guerra civile. La Somalia negli ultimi anni è diventata sinonimo di inferno, caos, anarchia di sangue. tutti pensano a lei come alla parola guerra. Somalia fa paura. Ma non era sempre così. Era un paese bellissimo e solo lì a notte fonda le stelle sembravano noci. 3) per scoprire che l'italiano è una lingua contemporanea, che può ospitare altre lingue al suo interno (nel caso di Adua il somalo) senza tradirsi. Una lingua spugna che assorbe, ma non cambia forma. Ed è così attraverso questa lingua duttile che Dante può conversare con l'Oceano Indiano. 4) Perché ci sono tanti animali. A partire dall'elefantino che ascolta la storia. 5) perché i migranti non sono cifre, ma persone. Il tempo si dilata oscil