@stefaniaauci racconta a @CasaLettori #Florence @BaldiniCastoldi
Innanzi tutto, grazie a Marianna Patti e a Casa Lettori per la stima che mi avete dimostrato sin da quando Florence ha fatto il suo esordio in libreria. Per me che vengo dal web è molto bello e importante sentirmi apprezzata da quei lettori che mi hanno conosciuto già attraverso le mie esperienze di blogger e attraverso twitter.
Florence viene presentato come un feuilleton, definizione che sembrerebbe dispregiativa ma non lo è affatto: i feuilleton erano i romanzi a puntate pubblicati sulle riviste nella Londra Vittoriana, ed erano capaci di appassionare decine di migliaia di lettori. Volete il nome di un autore a caso? Charles Dickens.
Chi li leggeva poteva riconoscere luoghi e contesti, emozionarsi per le situazioni, appassionarsi alle vicende dei personaggi, poiché spesso si trattava di romanzi corali. Per cui, date queste premesse, sì: Florence è un feuilleton scritto da una signora (signora… si fa per dire) di quasi 41 anni, in sovrappeso, con la testa perennemente divisa tra il presente, una famiglia impegnativa, il lavoro di insegnante e le storie che vuol scrivere e che la tirano per la manica
Detto questo, andiamo ai 5 motivi. Oh, prendeteli con le pinze, eh?
1. perché l’ho scritto io.
No, scherzo. (Ma mica tanto). Florence è un romanzo facile da leggere. Attenzione, ho detto facile, non banale: da sempre ho l’idea che chi legga debba scivolare nelle pagine che legge e non star lì a cerca di capire cosa si voglia dire perché la sua attenzione, il suo interesse devono essere dedicati alla vicenda narrata, non all’analisi del periodo. La mia non è una prosa involuta o oscura, ma cerca di essere la scrittura al servizio di una storia.
2. Perché parla della Prima guerra mondiale. Premessa: parlare delle vicende dei singoli colpisce più che parlare dei grandi numeri o delle masse, e questo risalta ancor di più nell’epilogo, in cui la sorte dei personaggi viene svelata.
Sì, so bene che sono usciti una marea di romanzi sull’argomento e sì, so anche che ci sono sceneggiati bellissimi (anzi: ve ne consiglio uno, Parade’s end. Vedetelo. Una gioia per gli occhi.) Ma in Florence la guerra è vista con gli occhi di uno che la guerra non la fa, eppure gli rimarrà dentro lo stesso. E questo lo cambia, gli apre gli occhi, gli fa capire che ciò in cui ha creduto è sbagliato, o per lo meno falso. Ecco: si scrive prima guerra mondiale, si legge cambiamento e crescita di un uomo che scopre la propria fragilità e comprende di essere “ irrisolto” . Dato un elemento che scatena la crisi interiore questa si muove e si sviluppa, anche in relazione al precipitare degli eventi. Di più non posso derider non cadere in spoiler.
Solo questo: Ludovico non è un eroe. (comunque ci sono anche descrizioni di battaglie. Giusto per.)
3. Perché si parla di due donne e di due modi diversi di concepire la femminilità. Perché non volevo due eroine da romanzo, ma donne vere, che potessero risultare deboli, antipatiche, irritanti e insieme coraggiose e determinate. Irene e Claudia rappresentano il passato e il futuro delle donne nel 1914. Se e quando avrete voglia di leggere Florence, vi accorgerete che molte cose, però, non sono poi così cambiate: che sono passati 100 anni, ma che la condizione delle donne ha ancora molti passi avanti da fare.
4. Perché parlo di Firenze e della sua anima, e non per sentito dire. Non ho visto i posti su Google earth.
Ci sono stata. Ci ho vissuto. E prima che me lo chiediate, sì: sono stata in un casale semi diroccato con il forno sul retro della cucina e il pagliaio a poca distanza. Ho oltrepassato i cartelli con la scritta "pericolo di crollo" e mi sono introdotta in una stalla abbandonata.
Tutti i luoghi che vengono descritti in Florence sono reali. Anche la finestra sul Lungarno Corsini. Anche la casa di Ludovico. Anche la villa degli Anselmi.
5. Perché non è solo una storia d’amore, o di guerra, o di amicizia, o di emancipazione femminile, o di dramma familiare: è la storia di persone che cercano faticosamente la propria strada nel mondo. Cercano di cambiare la loro condizione per trovare la vera essenza, senza maschere e fraintendimenti. In un certo senso, è la storia di una sconfitta, ma anche quella di una scoperta, di una presa di coscienza di sè e del proprio valore. E quando ciò accade, quando ti vedi senza maschere, capisci chi sei veramente, cosa puoi chiedere a te stesso e cosa puoi e devi fare per guardarti allo specchio senza abbassare lo sguardo.
Ecco. Credo che questo sia il vero cuore del mio romanzo. E spero che questo vi convinca a leggerlo senza pregiudizi, e che vi giunga tutto ciò che io quanto di mio vi ho messo dentro.
Buona lettura!
Florence: la Storia ricostruita con grande competenza.
Rivisitazione dei ruoli dando spazio alla figura femminile senza retorica o smancerie.
Conflitto interiore come crescita e e rielaborazione del sè.
Scelta dei fonemi in una sinfonia di colori e immagini.
Stefania Auci merita attenzione per la qualità della trama e la raffinatezza della scrittura.
Da leggere, non ve ne pentirete.
Questo libro mi aveva già incuriosito in una recensione. Credo proprio che me lo andrò a cercare
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