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#BonsaiDiLettura L'invenzione della madre @minimumfax

"La madre sarebbe tornata" 
Un incipit lapidario, essenziale che scandisce il ritmo del romanzo
Marco Peano non ha paura delle parole, le concede al lettore come fossero massi da frantumare
Il figlio, il padre, la madre e l'altra, invadente presenza che diventa ossessione 
È la vita nella sua realtà, fatta di gesti contraffatti dal dolore
È l'attesa infinita di un referto
È l'illusione di vivere un sogno sbagliato 
È la pietà che l'altro frettoloso ti concede mentre cerchi un abbraccio e il silenzio
È il corpo di una donna, ferito, offeso, umiliato
Mattia registra ogni attimo, lo fa con la furia di un giovane tradito dagli eventi
Rincorre il tempo e il suo è galoppo sfrenato in una corsa ad ostacoli che non è sua
Spettatore che si ribella inventando un cerchio d'amore e di ricordi
Non è più figlio ma compagno e custode della verità
Quella verità che bisogna ignorare mentre i giorni si sfilacciano in anni
È lui a farsi comparsa e protagonista mentre della famiglia restano immagini sbiadite
Ho provato a chiudere il libro e a dimenticare continuando a ripetermi che quella storia non mi apparteneva
Impossibile liberarsi dal flusso di immagini e pensieri
Ho seguito Mattia perché la sua vita è quella di tutti noi, fatta di cedimenti e di assenze
Marco Peano ha scritto un romanzo dai colori accecanti, impietoso forse ma vero
È nel titolo il finale che ci aspettiamo 
Mattia ritroverà sé stesso in un percorso catartico



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