Come raccontare l'oscurità?
Individuarne la simbologia letteraria e pittorica?
Studiarne la radice linguistica?
Esplorare le differenze antropologiche?
Basta leggere "Storia del buio" pubblicato da "il Saggiatore" per trovare infinite risposte.
L'originalità della copertina, la qualità delle immagini, la suddivisione di temi trattati con competenza impreziosiscono l'opera, ne fanno non solo un agevole testo da consultare, ma anche occasione di approfondimento.
Tante citazioni sempre pertinenti costruiscono una mappa interattiva, una biblioteca preziosa, uno scrigno magico.
Rileggere le Sacre Scritture partendo dalla Genesi, perdersi osservando "Il sesto giorno della Creazione" di Gustave Brion, vivere la Potenza di quelle "tenebre che ricoprivano l'abisso", sentire il bisogno di fermarsi per ripensare alla dualità che può celare o mostrare.
Trasformare la notte in un palcoscenico animato dalle opere di Shakespeare, celebrare "l'unione tra Teseo e Ippolita", cogliere nei chiaroscuri di Caravaggio il bisogno di valorizzare i dettagli.
Nina Edwards torna al mito della caverna, traccia coordinate filosofiche, si diverte a scovare vecchie pellicole in colti ghirigori narrativi.
Da Eschilo a Spinoza in un vortice che affascina senza perdere di vista la musicalità della parola.
È possibile oggi ascrivere la cecità come elaborazione del peccato?
Che ruolo hanno le tenebre nel nostro presente?
La scrittrice alla fine di uno splendido viaggio ci invita a trovare un "equilibrio tra due estremi", a saper accettare "il buio carico di promesse."
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