@CasaLettori suggerisce
"Marie aspetta Marie", pubblicato da Adelphi, sospende il tempo nell'attesa che un gesto, una parola, uno scorcio di paesaggio riveli l'enigma di una storia che si avviluppa su sè stessa.
Una donna si aggira per le strade di una città sfocata. Parigi ricorda le foto di Doisneau, le ombre e le luci che si confondono in barlumi di realtà.
La stazione, luogo di incontri spezzettati in sguardi furtivi, è una delle tante metafore di un impalpabile disagio.
La vita si proietta in un presente logorato da figure che fanno da contorno alla protagonista. Il marito e l'amante non possono colmare il desiderio di libertà, il bisogno di scoprire la vera intimità, un faccia a faccia con il proprio io.
Impossibile barattare o imprigionare questa ricerca che non è vezzo liberatorio ma è profonda ribellione ad una femminilità non ancora pronta a volare verso l'ignoto.
Sarebbe riduttivo confrontare Madeleine Bourdouxhe ad altre scrittrici del 900, la sua è una voce originale, priva di compromissioni estetiche.
Cerca un suo spazio personale nella scelta di paesaggi che sfumano, nell'indugiare su dettagli, nella cadenza poetica.
Cerca un suo spazio personale nella scelta di paesaggi che sfumano, nell'indugiare su dettagli, nella cadenza poetica.
Pur avendo frequentato gli intellettuali del tempo, la scrittrice non si lascia influenzare da altri stili.
Osserviamo Marie e a volte ci appare come una farfalla imprigionata, altre un'immagine eterea, quasi inavvicinabile. Ci trasmette il suo irrequieto cercare, scavare a mani nude tra le macerie del passato. La sua sensualità mai eccessiva è un inno di gioia e di vita.
Un libro da leggere lentamente ascoltando un brano di musica classica, mescolando note e fonemi mentre verremo sfiorati "dalla grazia di vivere sulla terra."
Un libro da leggere lentamente ascoltando un brano di musica classica, mescolando note e fonemi mentre verremo sfiorati "dalla grazia di vivere sulla terra."
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