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#RestaConMe La Nave di Teseo

"Le cose che contano sono dentro di me, chiuse nel mio petto come in una tomba, dove rimarranno per sempre, il mio tesoro sepolto."

Yejide è una donna che conosce la sofferenza, l'umiliazione, il tradimento. 

"Muri di dolore mi stringevano da ogni lato, cercai di spingere, ma i muri erano di cemento e acciaio" 

Rifiutata dalla famiglia d'origine, in Akin cerca la purezza dell'amore, la nicchia protettiva, l'appartenenza. A lui si offre con l'ingenuità di una bambina ma l'inganno entra con la lentezza esasperante di un nemico sconosciuto. "Resta con me", pubblicato da La Nave di Teseo, ha mille volti, quanti sono i personaggi che la animano. Ambientato in una Nigeria travagliata dall'instabilità politica, è scrigno di sentimenti forti, tracciato con pennino intinto nel tormento. Il tormento della perdita, quello che non conosce tregua perchè è sangue e carne, è maternità ferita, lotta impari con la morte. È rapporto che si sfalda nei silenzi, nella paura di una verità che metterebbe a nudo la fragilità della figura maschile. Il romanzo esce dagli schemi geografici e, nonostante i tanti richiami alla cultura africana, diventa voce corale di un impari rapporto tra generi. Ayòbámi Adébáyò ci ricorda che non si può mettere in pausa la vita anche quando non c'è più posto per la speranza. Ci affascina con un testo che ad ogni pagina scompone la trama che avevamo immaginato. Si offre al lettore con una dialettica chiara, diretta, dove la temporalità ha un andamento a zig zag pur mantenendo una coerenza narrativa. Ci indica la strada della verità, ardua, fangosa ma necessaria per ricostruire la propria personalità. Un libro che scardina i preconcetti delle società patriarcali, che dona alle figure femminili la consapevolezza di poter essere sè stesse, certe che "la gioia può essere un inizio, la promessa di miracoli futuri."



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