"Il mondo, lentamente, mestamente, pur tra mille sfavillii e in un trionfo di pixel, si opacizza al nostro sguardo, che si fa sempre più miope".
Forse abbiamo perduto nella foresta dei quotidiani bisogni la capacità di meravigliarci, di lasciarci suggestionare da un quadro, un verso, un mito.
"I sentieri delle ninfe", pubblicato da Exórma, è dedalo di percorsi letterari, artistici e psicologici.
Preparatevi, verrete abbagliati dalla conoscenza del Mistero. Il mistero di un amore che si trasfigura e veste abiti eterei mostrandosi e ritraendosi come un gioco d'acqua.
Avrete la sensazione di esservi svegliati dopo un lungo sogno popolato da ombre ed ecco finalmente la luce. L'estasi di riassaporare i racconti che vi hanno accompagnato. L'Odissea, l'Iliade, il Fedro di Patone dialogano come se il tempo e lo spazio fossero un'illusione.
La sublimazione della narrazione svela le arcane simbologie che hanno attraversato poeti, artisti, scultori. La Ninfa, "segno trasmutante", figura che dalla continua metamorfosi trae vigore, bianco e nero, è desiderio e negazione. E l'amore non ha come cifra connotativa questo dualismo?
Laura di Petrarca, Lolita di Nabokov, Angelica di Ariosto sono "pura imago", "essenza fantasmatica"?
Fabrizio Coscia mantiene una simmetria dialettica tra ricerca e vita reale.
Non compie accelerazioni ma sviluppa una lenta, minuziosa stilizzazione del soggetto analizzato.
Il libro può essere letto come un viaggio all'interno di un Museo. Tante le tappe, infiniti gli incontri e le scoperte. E la memoria di una immagine, la più misteriosa, quella che "nega il tempo, lo annulla, lo sospende" .Quale? Lo scoprirete se avrete piacere di concedervi una pausa ideativa all'interno di un testo che è esplorazione di "destini che si sfiorano".
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