"Cinema la prima volta", pubblicato da minimumfax, colma un vuoto, un'assenza che chi ha amato Bertolucci percepisce come spaesamento.
Bernardo "non ha età e ha tutte le età insieme": le parole di Tiziana Lo Porto nell'accorata postfazione racchiudono l'essenza di un artista che ha saputo rappresentare il nostro tempo. Lo ha fatto con quell'ardore e quella libertà intellettuale che lo rendevano speciale.
Leggendo il libro entriamo con lui in sala di regia, condividiamo le sue scelte, percorriamo le sue incertezze, riassaporiamo l'emozione suscitata dai suoi film, quelle pellicole realizzate "non per esprimere pensieri ma per pensare, per capire prima che per imporre."
Ogni intervista è una scoperta, il dialogo che ci coinvolge nel profondo. Ci invita a interrogarci sul ruolo dell'arte cinematografica, sulla necessità di rendere l'oggetto scenico proiezione del presente.
Da Godart al neorealismo, alla collaborazione con Pasolini: i ricordi si susseguono travolgendoci, emozionandoci in una esplosione di intrecci filosofici e culturali. Ma anche di coraggiose affermazioni che scardinano l'idea di una Cultura senza sfaccettature, monolitica, ferma a contemplarsi.
Poesia che entra nel linguaggio dei personaggi, che interagisce con la musica creando la magia non di un Altrove ma di un oggi con tutte le sue contraddizioni e le sue ferite.
In ogni pagina filtra la vita di un Uomo che ha conosciuto la censura, ha voluto fare sperimentazione, ci ha regalato uno sguardo politico libero da ideologie.
Rivedremo "Ultimo tango a Parigi", "Il conformista", "Novecento" con una nuova attenzione al messaggio di un Grande Interprete del Novecento.
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