"Poetare, danzare.
Una questione di spostamento dell'equilibrio verso l'abisso.
Verso il limite.
Là è il nostro vero posto."
Traversare il mondo trasformandosi in navi che sanno accogliere il dolore.
Svuotare il corpo dagli inciampi di una fisicità imprigionata in schemi voluti da altri.
Essere nulla, sprofondare senza timore nelle pozze del mistero, ricomporre la direzione del reale.
Partorire un linguaggio che non sublima e non mitizza.
Uscire dal cerchio ossessivo di una falsa libertà.
"Noi, gli altri", edito da "La Nave di Teseo", è contaminazione di generi letterari riuscendo a conciliare il diario, la lettera, i riferimenti bibliografici, la filosofia e l'antropologia.
È il ritmo che ritrova il suo spessore, è illuminazione e umiliazione, diversità che si fa valore.
Unione e dispersione di immagini, visione che incendia i sensi, figura che si trasfigura.
"Io credo che l'io umano sia sempre stato uno sciame, una vertigine nebulosa di identità."
Nell'abbraccio si ritorna interi mentre "il cuore deve divenire una piuma" e ci si chiede che spazio ha l'anima nel nostro tempo.
"Ogni arte è composizione."
È vitalità, riscatto dalla bufera dell'individualità, ricerca delle radici arcaiche.
Davide Rondoni lima il dislivello tra ragione e sentimento, offre grafie nuove, invita a cercare la seduzione del corpo che si fa espressione di un linguaggio interiore.
Scava fino ad arrivare al pre-esistente, invita a chiederci se "l'atto delle metafore è la metamorfosi del vivente", quando si arriva a cogliere il senso del segno. Ma soprattutto cosa è il senso del creare.
Certamente "vivere non basta a vivere" e ogni frase è la prova che la ricerca non è ancora finita, il sipario non si è calato e tocca a noi scrivere un finale.
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