"I dieci passi dell'addio" Luigi Nacci Einaudi Editore
"La casa senza amore di giorno non esiste.
Puoi in qualche modo tenere a distanza i pericoli.
Il rumore del traffico, le voci dei vicini, i canti degli uccelli o i latrati dei cani possono distrarti.
Non hai coscienza di essere al mondo, sei sospeso."
Raccontare la fine di un amore significa entrare nello spazio angusto della sconfitta.
Rivivere momenti, rielaborare il senso di perdita, cercare un senso allo stato di abbandono e di estraneamento.
Ricostruire l'Io scindendolo dal noi.
Imparare ad abitare il luogo condiviso, dare un nome alle stanze, sentirsi profughi senza identità.
"I dieci passi dell'addio", pubblicato da Einaudi Editore, è pura poesia.
È il coraggio di interrogarsi sulla relazione amorosa, rivederne la luce dell'incontro e il buio di un abbraccio negato.
"Il mondo viene sommerso.
Le terre, i cieli.
È un dolore che può raggiungere la luna.
Oscurarla."
La disperazione esce come un fiume che non trova il mare e la scrittura diventa necessaria, impellente.
Impedisce di dimenticare, decodifica il modo di stare insieme, gli sguardi, le parole.
Ricordare nella casa del disamore, denudare l'anima, essere un pellegrino stanco.
Luigi Nacci ci regala una perla rara.
Per la qualità di una parola che non inventa sotterfugi o frasi banali.
Per l'analisi lucida e spietata di ciò che resta, vetri rotti, frantumi di ricordi.
Per l'onestà di ammettere la propria debolezza, la paura, il vuoto, lo scoramento.
Trova una lingua che penetra nelle viscere del lettore, si fa voce che spinge alla riflessione.
Il libro è un inno all'amore vero, quello che niente e nessuno potrà cancellare.
"Organizza una festa per celebrare il tuo lutto.
Non te ne vergognare.
Balla e piangi.
Perdi i sensi.
Sii pronto, anche se non sai a che cosa.
Non la dimenticare."
Nel finale esplode la luminosità di chi ha imparato a camminare guardando avanti.
Grazie all'autore per l'emozione che riesce a trasmettere.
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