"Il verbo di fronte" Roberta Dapunt Einaudi Editore
"Possa l'aria soltanto eccitare l'orecchio
e così rimanere nudo il tuo pensiero,
il solo pensiero.
La coscienza di te e del vero
che ti circonda
e sarà l'universale natura la pietà di questo verso,
morto per troppo voler dire."
Anelare alla purezza del silenzio.
Accoglierlo come materia sacra.
Liberare la mente da scarti di memoria.
Chiedere tregua e cercare quiete.
Le parole di Roberta Dapunt sono quelle che cercavamo da tempo.
Arrivano e portano un vento di burrasca, si insinuano nella coscienza, ci invitano ad uscire dal nostro egoismo.
Parlano del noi, quel noi che abbiamo ripudiato, della sofferenza che proviamo a scansare, del peccato di superbia.
Fingiamo, ostentiamo "falsa devozione", "la vanità e l'orgoglio."
Ritrovare l'unità del verbo, interrogarsi sul senso della scrittura, "guardare oltre."
In un'alternanza di prosa e poesia, nel ritmo che non conosce pause, nell'equidistanza tra confessione e rielaborazione storica "Il verbo di fronte", pubblicato da Einaudi Editore, è voce di denuncia.
"Ti auguro dunque di non incontrare l'indifferenza.
Male peggiore nel corso di qualunque esistenza.
Ti auguro commozione, tremore di cuore."
Nelle note malinconiche il coraggio di ammettere la propria pochezza e la voglia di risentire il canto delle Muse.
Le armonie di una voce che non ha mai smesso di mettersi in discussione.
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