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"Versi di libertà" Maria Grazia Calandrone Mondadori



"La notte mi chiede chi sono
Sono il suo segreto inquieto
Profondo e nero
Sono il suo mutismo ostinato
Ho velato la mia essenza di silenzio
Avvolto il mio cuore di dubbi
Sono qui accigliata a scrutare
E i secoli mi chiedono 
Chi sono?



Le parole dell' irachena Nāzik al Malā ika  rappresentano la ricerca di una identità fisica e culturale.
Stigmatizzano il percorso che seguiremo leggendo "Versi di libertà", pubblicato da Mondadori.

Difficile definire la raccolta poetica perché tante sono le sfumature mentali, ambientali, stilistiche.
Ogni autrice segna il suo percorso con fonemi autonomi, forti, liberatori.
Anche quando il tormento è compagno la scrittura si rivela nella sua purezza.
Traccia un segno profondo, esprime emozioni e sensazioni.
Il corpo e l'anima, il rapporto con l'altro, la forza della ribellione, il senso di inadeguatezza, il sogno e la realtà, le illusioni e le chimere, l'amore è la passione, il desiderio e la paura, il pensiero e la consapevolezza.
Scrive Maria Grazia Calandrone nella prefazione:

"Le ho scelte perchè sono libere.
Libere dalla convenzione della scrittura ( che si chiama canone) e libere dalla più grave e incisiva convenzione sociale.
Alcune tra loro hanno pagato la libertà con la vita, ma nessuna di loro ha ceduto, neanche quelle che si sono tolte la vita con le proprie mani."


La suddivisione alfabetica non scandisce spazi temporali e geografici, permette una visione corale che non subisce schematismi.
La biografia che precede i versi è l'accurato studio non solo dei dati anagrafici.
È la prosa del riconoscimento di un viaggio comune, dove non c'è un prima e un dopo.
Trenta donne che ancora oggi ci aiutano a ritrovarci, ad essere guerriere ed anticonvenzionali. 
Bellissime le illustrazioni di Marta Signori, colorate, vitali.
Volti che racchiudono quella vitalità interiore che le ha contraddistinte.








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