"Un minuto di follia si dilata in una vita intera."
È l'uomo nel solitario bisogno di appartenenza ad una terra che da generazioni ha creduto di possedere. Non uno spazio reale ma la radice di un passato comune.
Joseph è incarnazione di questa atavica necessità e in Cloontha rispecchia i fantasmi di una solitudine che è esclusione, delirio, incertezza.
Il suo scontro con Michael, ritornato dopo una lunga assenza, è la rabbia di chi si sente usurpato. Storia attuale raccontata come una tragedia greca.
C'è il coro coi suoi canti irlandesi, la figura di donna impersonata da Breege che esce da una favola con quella ingenuità che commuove.
Edna O'Brien in "Un feroce dicembre" (Einaudi Stile Libero) ci fa assaporare l'estremo, quel germe che non conosce mediazioni. La sua scrittura scavalca il confine del buon senso, va alla materia brutale dell'animo. Non arretra di fronte alla follia, ne descrive i meccanismi con lucidità e rigore stilistico.
"I sentimenti rovinano sempre tutto" e nel groviglio di passioni che si intersecano creando una trama complessa ma al contempo poderosa, inquietante, fortemente simbolica la scrittrice ci regala un affresco della sua Irlanda. I colori si confondono creando un'atmosfera irreale, ombre che si allacciano in un abbraccio senza tempo, nuvole pronte ad inscenare "morbidi disegni spiranti".
"Dove hanno sede gli affetti, nel corpo o nell'anima?" Non ci sono risposte, solo possibilità che fanno intravedere una Via illuminata da un Amore Sacro, invincibile, nato per caso come uno stelo o un fiore tra le rocce aguzze di deformi istinti.
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