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"In un chiaro, gelido mattino di gennaio all'inizio del ventunesimo secolo" Roland Schimmelpfennig Fazi






Il paesaggio di un bianco che turba, evocativo di atmosfere lunari.
La presenza di un lupo che si aggira indisturbato, icona di paure inconfessate.
Due giovani che fuggono impauriti da una realtà che scompagina i sogni.
Una coppia di immigrati che nel silenzio cova progetti irrealizzabili.
Un medico convito di essere un fallito.
Un uomo che bevendo dimentica.
Una giornalista che "cerca di farsi una posizione."
"In un chiaro, gelido mattino di gennaio all'inizio del ventunesimo secolo", pubblicato da Fazi, è un dramma contemporaneo dove i personaggi si muovono in piccoli spazi, cercando tutti un centro di gravità.
La Berlino che appare ha l'essenzialità rarefatta e assente delle grandi metropoli.


Roland Schimmelpfennig mette in scena con una gradualità cromatica la solitudine contemporanea.
Dilata le distanze affettive, i buchi neri della psiche.
Ogni pagina si differenzia dalle precedenti, imprime un nuovo risvolto alla storia complessiva.
Leggendo si sente il freddo siderale di tante anime disperse in un magma di contrasti.
È come se un reticolato labirintico costringa tutti a camminare "sulla strada assegnata."
Una ricerca continua, affannosa, un girare intorno senza meta, mentre il tempo si fa impenetrabile.
Restano le tracce di un animale che forse è stato solo un'illusione.


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