"Il gran bugiardo" Ermanno Cavazzoni La Nave di Teseo
"Aveva cominciato con una modesta bugia, rimediabile, non sapeva che era il primo passo in quel gorgo che l'ha poi inghiottito."
"Il gran bugiardo", pubblicato da La Nave di Teseo, è una commedia divertente, ricca di dialoghi e di situazioni imprevedibili.
Dietro questa apparente struttura narrativa si cela un complesso problema esistenziale.
Il protagonista inizia per gioco ad reinventarsi: pianista, scrittore, medico.
Ogni maschera serve per mostrare una parte di sè inesistente nella speranza di essere accettato.
Ma attenzione, Nic sa di mentire ed ha scrupoli di coscienza.
Teme lo smascheramento e il riconoscimento e questa paura lo stimola ad essere credibile, continuando la sua sceneggiata.
Gioca con la finzione e con il desiderio di trasporre il proprio Io.
È una specie di autoinganno per proteggersi dalla realtà.
Chi ha letto le opere di Ermanno Cavazzoni sa che da lui può aspettarsi di tutto.
È un sognatore, un mago della parola, un acrobata che passeggiando sul filo delle storie riesce a creare nel lettore una forte aspettativa.
In "Il poema dei lunatici", che ispirò Fellini nella realizzazione di "La voce della luna" entriamo in un mondo trasognato.
Ci sentiamo trascinati in una dimensione virtuale.
Anche la nuova prova narrativa ha queste tendenze irreali.
Ancora una volta l'uomo, solo con sè stesso, incapace di accettarsi deve costruire una alternativa.
E gli altri?
Il dubbio li sfiora come un vento lieve ma quello che conta è ciò che si immagina.
Il romanzo è metafora delle nostre vulnerabilità ma è anche la riscrittura in chiave moderna del bisogno di uscire da sè.
Tematica che ha affascinato e incuriosito da sempre gli scrittori, che nella doppiezza hanno cercato risposte al loro esistere.
Quando è tempo di togliersi la maschera cosa appare?
Nel finale lo scoprirete.
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