"Notte" Elisabetta Pierini Hacca Editore
"A volte il male altrui può sembrare la miglior medicina del nostro male."
Cosa ci spinge a giudicare gli altri?
Quanto siamo influenzati dalle nostre stesse colpe?
"Notte", pubblicato da Hacca Editore, finalista alla XXVII edizione del Premio Italo Calvino, affonda le sue radici nella dicotomia tra Bene e Male.
Scava negli interstizi della provincia italiana e senza reticenze ne mostra vizi e virtù.
Monterosso con i suoi tremila abitanti potrebbe essere ubicato dovunque.
È cartolina di una ancestrale diffidenza che si annida nelle case come una pianta velenosa.
Significativa la scelta dei due attori principali, entrambi sacerdoti.
Il vescovo ha inviato nel piccolo borgo l'anziano don Filippo per verificare l'operato del parroco, don Paolo.
Nello scontro tra ciò che vero e le maldicenze si sviluppa una trama fitta e intrigante.
Forte è la traccia spirituale nella ricerca della verità mentre la Parola Sacra fa da collante in un contesto che si avviluppa su sé stesso.
Dall'universo fiabesco di "La casa capovolta" (Hacca 2021) Elisabetta Pierini passa ad una realtà impregnata di conflittualità interiori.
Nella nuova prova letteraria non fa sconti a nessuno, naviga sicura nell'osservare le azioni e i pensieri dei suoi personaggi.
Sceglie un linguaggio diretto, senza ambiguità.
Si concede il piacere di indagare sul rimpianto e sulla capacità di perdonare e perdonarsi.
Da leggere per imparare a cogliere negli altri quelle sfumature che sfuggono se condizionati dai pregiudizi.
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