@boboarezzo69 incontra @CasaLettori e racconta #LaJuventusSpiegataAMiaFiglia
1 - Mi è piaciuta l’idea di un dialogo fra un padre e una figlia - e di un ragazzo con la sua generazione - che partisse da un elemento di benessere. Per questo padre la Juventus è rimasta un punto fermo, da quando ha ascoltato a sua volta i racconti su questa squadra entrata nell’immaginario collettivo. Ora che un disegno preciso sta privandoci di ogni certezza, dalle cure sanitarie alla scuola, la Juventus è lì, a costituire un caposaldo. Per cui, cosa c’è di meglio che consegnare alla figlia un motivo di felicità nella vita?
2 - Quando si tratta di parlare ai figli, un adulto non ha che da sfruttare un vocabolario per loro comprensibile. Il vocabolario è quello del gioco. Nello specifico il calcio. L’adulto si cala su un terreno familiare al bambino: il gioco appunto e, perché no, la fiaba. C’era una volta... un campionato strano - tipo un mostro, no? - e la Juventus doveva sconfiggerlo magari, come in ogni fiaba, grazie all’aiuto di un condottiero. Nella lunga vicenda della Juve, c’è stato un torneo lunghissimo che sembrava non finire: il 2006/2012. Da Rimini a Trieste. Morte e rinascita dalle ceneri: come il favoloso uccello delle mitologie. Artigli dell’aquila, ali dell’albatros e bellezza del fenicottero rosa.
3 - La Juventus permette a questo padre e a qualche altro milione di italiani di guardare in modo diverso alle difficoltà e alle tristezze. Ne è nato perciò un libro a cuore aperto, un gioco sentimentale, un romanzo popolare del passato, del presente e del futuro, un volume che ogni innamorato del calcio sa di poter aprire a qualsiasi pagina, in qualsiasi momento, trovandovi ogni volta la stessa storia: la propria.
4 - Ricordo certe voci, quelle delle radioline, e certi volti, quelli dei telecronisti di 90° Minuto. Questo è stato il calcio per la mia generazione. Un calcio che non era a tutte le ore di tutti i giorni, era un appuntamento atteso, sofferto, al massimo potevamo incollare le figurine Panini negli album per alimentare una confidenza quotidiana con questo gioco. È cambiato tutto. In meglio, in peggio? Non lo so, so soltanto che ancora sogno di uscire di casa e di vedere un vecchio amico, anche lui oramai adulto, che sbuca con una busta da un angolo dell’isolato. E in quella busta c’è un pallone da calcio grazie al quale emulare le gesta dei nostri beniamini. Si trova pure questo nel libro. Insieme allo sforzo di trasmettere un messaggio: grazie al calcio è possibile leggere certe dinamiche sociali, perché è scoppiata la guerra nei Balcani oppure perché è venuto fuori Berlusconi. Anche i non appassionati dovrebbero sfruttarlo come cartina di tornasole.
5 - La Juventus nei decenni è riuscita forgiare dei miti: quando ancora oggi una squadra segna un goal all’ultimo minuto, si usa l’espressione in zona Cesarini. Ma chi era Renato Cesarini se non un fuoriclasse della Juventus degli anni Trenta, quella che per la prima volta è entrata nella storia con 5 scudetti consecutivi, che risolveva le partite quando tutto pareva finito? A proposito di figurine, nelle bustine che le raccolgono campeggia l’immagine di una rovesciata effettuata da Carlo Parola in un Fiorentina-Juventus del 1950. Il giornalista che assistette a quel gesto atletico lo definì: un volo in cielo. Quel volo in cielodel grande stopper bianconero è stato nei decenni accompagnato da didascalie in greco, cirillico, arabo e giapponese e il calcio, il nostro gioco più bello, ha attraversato il pianeta diffondendo un’immagina sana se vogliamo dell’Italia in oltre 200 milioni di copie. Questo è quanto.
"La sinapsi tra il neurone del calcio e il neurone Juventus si generò così spontaneamente"
Marco Canestri intesse un dialogo fatto di immagini e parole, ricomponendo l'oralità tra padre e figlia.
Nel tempo del silenzio generazionale restituisce emozioni, frammenti di vita ed esperienze,creando una simbiosi intellettuale ed emotiva.
Lo scrittore coinvolge il lettore in un viaggio nel tempo dove il calcio è pretesto per rileggere il rapporto tra passione e vita, intrattenimento e relazione, partecipazione ed entusiasmo.
Un libro da leggere nelle classi per educare a cercare sani divertimenti che uniscono e creano socialità.
Commenti
Posta un commento