Passa ai contenuti principali

Stefania Massari, blogger di #ScivereAlFemminile, inviata di @CasaLettori, racconta il Festival delle Letterature Migranti di Palermo





" A Palermo si può fare" con questo monito il Festival delle letterature migranti chiude i battenti. A quanto pare, la manifestazione ha suscitato interesse ed è stata un vero succeso che ha coinvolto il primo cittadino della città, il sindaco Leoluca Orlando, il direttore artistico Davide Camarrone, la scrittrice Evelina Santangelo e tutte le maestranze: la Consulta delle Culture, l'Università degli studi di Palermo, l'ERSU, le librerie più autorevoli tra cui Modusvivendi, gli assessori, i volontari, i lettori, gli scrittori e gli artisti  per un festival dei record.
L'evento si è concluso l'11 ottobre, dopo una maratona culturale durata ben cinque giorni, e Palermo, capoluogo di provincia, si è davvero mostrata all'altezza. Io di Scrivere al femminile con la collaborazione preziosa di Casa Lettori e della sua fondatrice Maria Anna Patti vogliamo ripercorrere queste cinque giornate, che non sono affatto milanesi, ma tutte made in Sicily e trasmettere il vero senso di questo Festival.
"Le letterature migrano i popoli. Li accompagnano da una storia all'altra. Noi prendiamo i      nostri libri, torniamo a sognare con le parole e a scrivere storie nuove e ad usarne di  antiche."
Queste le parole dense, sensibili e coraggiose che accompagnano il Manifesto del Festival delle letterature migranti. La cultura, i cui libri si fanno portavoce, viene messa a servizio della pace fra i popoli ed è il ponte che unisce culture diverse senza discriminazione alcuna. Alla lettura viene affidato il compito di mediatrice culturale che non rinnega il passato, vive nel presente e getta un occhio sul futuro.

Un futuro che sia portatore di speranza, bellezza e poesia al quale tutti noi ci aggrappiamo sperando di vivere giorni migliori. Così fanno anche i migranti che fuggono dalle loro terre natìe per trovare nelle nostre coste la salvezza. I libri, in questo caso, comunicano un messaggio vitale ed hanno racchiuso dentro di sé una potenza evocativa molto forte. Un libro infatti può salvare una vita e lenire ferite che stentano a rimarginarsi da tempo, essere di conforto, tenere compagnia nella solitudine e fungere da aggregante all'interno di una comunità che si arricchisce di nuove etnie. La lettura quindi genera confronto e spirito di condivisione. 
Questo è stato l'obiettivo del Festival.
La Sicilia dunque non ha avuto il ruolo di un'isola sradicata dalle sue origini e dimenticata come tutti vorrebbero far credere, ma ha riscattato il suo onore ed ha assunto il ruolo che le spetta, quello di terra dell'accoglienza, calorosa, ricca di storia, cultura e tradizione millenaria. Un gioiello, insomma, da salvaguardare.
Scrittori, artisti, lettori e pubblico partecipante hanno reso il Festival delle letterature migranti speciale. Ognuno ha portato il suo contributo ed ha regalato attimi di condivisione intensi in uno scambio culturale vivo che è servito ad abbracciare i popoli e a farci sentire tutti fratelli.
Arrivederci al prossimo anno!



Commenti

Post popolari in questo blog

"I lupi dentro"Edoardo Nesi La Nave di Teseo

  "I lupi dentro" Edoardo Nesi La Nave di Teseo Non credo che "I lupi dentro", pubblicato da La Nave di Teseo, chiuda un cerchio. È il teatro che irrompe con la sua vitalità in una brillante ricollocazione dei personaggi che già conosciamo. Torna Fede Carpini che avevamo incontrato in "Fughe da fermo". Cambia lo scenario storico e politico, resta un'elegia malinconica che pervade le pagine. Si è conclusa un'epoca lasciando macerie e nelle vicende del protagonista è inscritta la traiettoria italiana. Ancora una volta Edordo Nesi ci regala un romanzo collettivo, una voce corale dove la memoria è un pericoloso cunicolo. Giocando sul passato e sul presente, sui cambiamenti di tonalità, sui falsi miti degli anni Ottanta, l'autore scolpisce quel che eravamo e quel che siamo diventati. Il tracollo economico è solo un pretesto per accendere le luci su un'economia che ha spazzato via un apparato produttivo fertile e creativo. Lo scrittore registra c

"Tutto qui" Nicola Guarino Graphe.it Edizioni

  "Tutto qui" Nicola Guarino Graphe.it Edizioni  "È così Napoli, una voce che si spande vanamente." La scrittura di "Tutto qui", pubblicato da Graphe.it Edizioni, ha la consistenza di una brezza che si posa sugli oggetti con leggerezza. Di un canto d'altri tempi. Di profumi dimenticati. Di incontri che sfumano nel ricordo. Di sogni che si scontrano col reale. Di strade dove ognuno segue la sua ombra. Di silenzi assordanti. Di amori sfioriti e di abitudini stancanti. Di musiche segrete. Di partenze e scomparsi senza nome. Di stelle e di cieli infiniti. Di solitudini struggenti e di rimpianti nei cassetti. Nicola Guarino costruisce i racconti come fossero spezzoni di film. Li colloca in un Sud sconosciuto, filtrato dalla poetica di una memoria ancestrale. Un gesto, un incedere, un dettaglio nella perfezione di uno stile narrativo compatto e mai artefatto. Fotografie che " salvano dalla morte e dall'oblio."

"La chiave di Berlino" Vincenzo Latronico Einaudi Editore

  "La chiave di Berlino" Vincenzo Latronico Einaudi Editore  "Di me non sapevo niente. O meglio: ciò che sapevo volevo dimenticarlo. Trasferendomi a Berlino speravo di scoprire qualcosa osservandomi in un contesto alieno, come nell'esperimento di un chimico che esplora le proprietà di un reagente nuovo." Abbandonare un futuro forse già scritto, scegliere un luogo che allontana da ogni idea di appartenenza, vivere lo spazio vuoto e provare a riempirlo. "La chiave di Berlino", pubblicato da Einaudi Editore nella Collana Frontiere, è un viaggio antropologico. Una analisi del contesto sociopolitico, una rappresentazione del cambiamento culturale delle città europee. Partendo dall'esperienza personale Vincenzo Latronico coglie il vulnus di una generazione che ha visto sfiorire i propri ideali. "La nostra non era superficialità o trascuratezza: nel trasferirci, per molti versi, avevamo scelto di vivere una vita lontana dall'impegno politico. Ave