Francesco Muzzopappa con "Heidi", pubblicato da Fazi, ci spiazza. Eravamo affezionati alla sua verve ironica ma questa nuova prova narrativa mostra una forte evoluzione.
Nel personaggio di Chiara, single, insicura, precaria negli affetti e nel lavoro, si concentra il minuzioso cesello dello scrittore. I monologhi sprigionano un flusso di coscienza che abbandonando ogni involucro protettivo rinviano ad una indagine psicologica.
La storia si snoda in una Milano che non concede tregua, vorace e vigile occhio puntato sui suoi sudditi.
Ogni gesto è scandito da un inesorabile e gigantesco orologio che rischia di lacerare ogni abbozzo di relazione.
La commedia divertente è pretesto per osservare con occhio critico socialità, ruolo nel mondo del lavoro, disagio degli anziani non più autosufficienti.
Il padre della protagonista, confinato in un mondo parallelo, ci fa respirare la libertà di volteggiare su un prato, di improvvisare un linguaggio immaginifico.
Si valica il solco tra generazioni, si prova a ridere insieme, a superare il rancore. Il tragitto è denso di sorprese, colpi di scena, personaggi usciti dalla mente visionaria dell'autore.
Non mancano geniali scarti letterari che solleticano la curiosità e danno al romanzo una struttura ipertestuale.
Usciremo dalla "Grande Autostrada del Panico" e apriremo "lo scomparto segreto" del cervello dove giace nascosto il desiderio di amare.
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