"Di' a te stessa a bassa voce Amore
Ecco come tu fuggi alto sulle montagne
E nascondi il tuo pianto in uno sciame di stelle"
I versi di Yeats in "A modo nostro", edito da Sellerio, è il canto di accompagnamento ad un romanzo intriso di nostalgia.
La Cina e la sua storia permettono di entrare in un universo parallelo, quello che sfugge a noi occidentali. I volti che incontriamo per strada assumono una nuova collocazione, ognuno è portatore di un pezzo di civiltà, è stilema di una cultura antica.
Chen He si muove su tanti piani narrativi con la scioltezza di chi vuole conciliare diversi generi.
L'incipit fa pensare ad un noir: il ritrovamento del cadavere di Yang Hong, il bisogno dell'ex marito Xie Qing di risolvere il mistero su una morte poco chiara creano una forte tensione.
Nel delineare i due personaggi c'è l'urgenza di contrapporre caratteri e aspirazioni differenti. Entrambi invitano a cogliere l'inquietudine, tratto distintivo del testo.
Superare le barriere della menzogna, arrivare all'origine degli eventi. Scelta dolorosa ma necessaria per trovare pace.
L'analisi psicologica è raffinata pur nascondendosi tra le pagine.
Parigi è la città dell'incanto, del sogno che può diventare realtà ma è anche luogo dove sei straniero indesiderato.
Lo scrittore non ha timore nello scandire la verità. Quella della criminalità organizzata, del traffico di uomini e donne. Racconta l'oggi con lucidità giornalistica, ma senza perdere la compassione.
L'intreccio si ingigantisce, evolve in mille rivoli, svela segreti internazionali, scava sulle contraddizioni della Grande Rivoluzione Culturale cinese.
Occidente e Oriente fanno da cornice ad un romanzo tagliente, sincero, che mette al centro l'individuo con la ricchezza della sua diversità.
Un viaggio geopolitico dai colori intensi dove nulla è come sembra.
Da leggere con lo sguardo dell'esploratore di esistenze troppo spesso soffocate da luoghi comuni.
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