"Blizzard" Marie Vingtras Edizioni Clichy
"L’ho perso. Ho lasciato la sua mano per riallacciarmi le stringhe e l’ho perso. Sentivo i piedi ballare nelle scarpe, ancora un attimo e sarei rimasta scalza, e non era proprio il momento di cadere. Maledette stringhe. Eppure avrei giurato di aver fatto un doppio nodo prima di uscire."
L'incipit di "Blizzard", pubblicato da Edizioni Clichy grazie alla traduzione di Fabrizio Di Majo, trasmette uno stato di allerta che non ci abbandonerà fino all'ultimo rigo.
L' Alaska durante una tormenta di neve.
Un paesaggio glaciale, freddo, inospitale.
In questo luogo di desolata malinconia durante una passeggiata la giovane Bess perde di vista il bambino che le è stato affidato.
Mentre la donna spaesata cammina tra le ombre altri personaggi iniziano la ricerca.
Ascolteremo capitolo dopo capitolo le loro voci e impareremo a conoscerli.
Ognuno ha un passato da dimenticare, una colpa che grava come un macigno.
Un splendido romanzo corale che ha come protagonista la solitaria condizione dell'essere umano.
Il ritmo del thriller lascia spazio al vissuto di chi non ha più nulla da perdere.
Sopravvivere è l'unica possibilità per dimenticare o per fuggire dai propri fantasmi.
Una scrittura che cambia stile dando forma alle diverse personalità.
Del bambino non sentiamo la voce, è una presenza celata, un tarlo che si insinua nella mente di tutti.
Marie Vingtras scrive un testo provocatorio e carico di metafore.
Dal titolo ispirato da un vento violento, alla neve che copre ogni cosa, al gelo che avvolge con violenza, alla ricerca che fa intravedere il bisogno di una via di uscita.
Storia di esistenze frantumate, di fallimenti, di ricordi accecanti.
Di nodi aggrovigliati, di solidarietà e di compassione.
Di sfide e di passi avanti.
Di una Natura che non concede tregua.
Un finale inaspettato e forse l'illusione di un nuovo inizio.
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