"Catene di gloria" Nana Kwame Adjei Brenyah SUR
"Vienimi a chiamare
Vienimi a chiamare
Vienimi a chiamare
Che chiamarmi mi completa".
Nana Kwame Adjei Brenyah, allievo di George Saunders, ci regala un'opera originale e molto umana.
Con una scrittura che vira nel surreale, espressione del postmodernismo riesce a cogliere la più buia condizione umana.
"Catene di gloria", finalista al National Book Award, pubblicato da SUR nella Collana BigSur grazie alla splendida traduzione di Dario Diofebi e Martina Testa, è un romanzo corposo, denso di inventiva.
Ambientato in un carcere si differenzia dai testi che indagano sulla giustizia e con grande genialità costruisce una trama a tratti irreale.
Riesce a rappresentare un circo mediatico e nei combattimenti delle detenute costrette a diventare oggetti spettacolari individua la brutalità di un sistema che non concede tregua.
La libertà ha un prezzo troppo alto e nello sviluppare questo tema l'autore non si limita a descrivere l'America.
Il suo è un testo universale, a tratti spietato ma tra le righe si coglie un messaggio profondo.
Bisogna imparare la compassione, provare ad amare anche quando le catene impongono di non provare sentimenti, credere nel bene che è insito in ogni essere umano.
Un canto corale dove più voci liberano il lamento di un'umanità oppressa e sofferente.
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