"Penso che la fortuna sia come la marea. Quando monta, monta." "Sognando Babilonia", pubblicato da minimumfax e tradotto da Pietro Grassi, è il ritratto ironico e amaro della vera America. Quella dei perdenti, sognatori, marginalizzati da un potere che li vuole fuori dalle luminarie abbaglianti, dai luccicanti e aleatori palazzi dove tutto funziona.
Protagonista è C. Card, antieroe fiero di esserlo, scanzonato inventore di un sogno al contrario, dove vince la creatività e la fantasia.
Detective maldestro si avventura nel territorio del noir, dando una spallata al genere, creando una contro voce che finalmente restitituisce all'uomo la possibilità di fallire.
Richard Brautigan, dopo averci commosso con "American Dust", in questa riuscita prova narrativa riesce a raccontare il nostro bisogno di uscire dalla prigione della routine.
Realizza un personaggio che ci rappresenta, capace di inventare un mondo parallelo. Non è casuale che la sua Babilonia sia quella di Nabucodonosor, è proprio la distanza temporale a tingere il romanzo di universalità.
Ognuno può inventare il proprio immaginario, popolato da figure uscite dal fumetto, animato da storie inverosimili e tanto emozionanti.
Le favole esistono, è tempo di concedersi pause di libertà ideative, si può giocare con la propria fantasia in compagnia di un romanzo che sa fare una satira intelligente con una scrittura che fluisce limpida delineando un bel teatro dell'assurdo.
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