"Siamo tutti più complessi dei ruoli che ci assegnano le storie." Possiamo provare a far riemergere ricordi, scomporre ferite, disarticolare il passato. Resta sempre in profondità quel non detto, quella cancrena avvelenata da bugie che si è radicata come viluppo inseparabile, amaro.
In "L'educazione", edito da Feltrinelli, tradotto in 25 paesi, è proprio la sostanza magmatica, gommosa, nascosta, che viene alla luce.
Nel raccontare la storia di Tara, figlia di mormoni integralisti, c'è l'urgenza di spogliare infanzia e adolescenza dalla patina di omertà. Silenzio involontario, protettivo, rete che stritola e impedisce di crescere.
Il romanzo autobiografico, ambientato nello stato dell'Idaho, che significa "perla delle montagne", racconta l'arte di arrangiarsi per sopravvivere.
Un'America abbrutita da lavori umilianti in contrapposizione al fascino dei College più prestigiosi.
La Westover non scrive il solito, banale libro di formazione. Cavalca a briglia sciolta verso una nuova consapevolezza del se, ma prima di raggiungerla non ha timore a farsi travolgere dai fatti. Dolorosi, pungenti, infestati da violenze fisiche e psicologiche, da sensi di colpa che ingigantiti diventano paura.
Una famiglia disfunzionale descritta con una lucidità raggelante e poco importa se ogni episodio è un trapano che lede carne e anima.
Non è in gioco la religione ma l'ossessione che può causare, la difficoltà a liberarsi da falsi miti, da ignoranza travestita da Verità.
Buck Peak con la sua montagna altezzosa chiamata la Principessa indiana è il luogo che alterna la pace dei boschi alla negazione del confronto con la società.
È il rifiuto dell'educazione scolastica, delle cure mediche per paura di essere contaminati dal Male.
Bambini vissuti in un contesto fuorviante dove non c'è spazio per l'apprendimento dei confini cognitivi.
La paura di tradire il nucleo familiare, la difficoltà a scegliere la strada della conoscenza, la fragilità maturata in un clima che conosce solo il Padrone: padre, fratello, conoscenti, che impongono regole e divieti.
Sarà lo studio, la passione per la Cultura a liberare la vittima, a ridare dignità e coraggio.
Un libro che resta nel cuore per la forza trascinante della narrazione, per la ribellione che sa trasmettere, per l'onestà nel farsi voce di un cambiamento intimo, radicale, finalmente capace di guardare al futuro.
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