Forse possiamo cambiarla ma è l'unica che c'è
Questa vita di stracci e sorrisi e di mezze parole"
"Signor tenente" presentata al Festival di Sanremo del 1994, fece conquistare a Giorgio Faletti il secondo posto nella classifica finale.
Parole che ci hanno accompagnato come una sfida che l'autore continua a lanciarci. La sua scomparsa, il 4 luglio del 2014, ha spento la luce di una creatività smaniosa, sempre sulle tracce di una sperimentazione musicale, artistica e letteraria.
Quell'ironia spontanea, che ha saputo ritrarre gli inciampi e i difetti della nostra Italia, si ritrova, celata tra le righe in "L'Ospite", pubblicato da Einaudi Stile Libero.
La struttura dei 2 racconti si differenzia nello sviluppo del noir che solo in "Per conto terzi" ha la linearità del genere narrativo.
Entrambi convergono verso una lettura che attinge al fantastico, all'ineffabile presenza del soprannaturale. Già in "Io uccido" c'è la necessità di esplorare quell'Altrove che contiene il segreto della morte.
Tema rivisitato in queste due brevi novelle, arricchito dalla presenza di un elemento figurato, invisibile pilastro della narrazione.
"La vita è vita è, in quanto tale, è un avvenimento a rischio." Tutto può succedere se si ha curiosità di avventurarsi nel cerchio del Male, penetrarlo, affrontare la paura e stanare le due voci, Buona e Cattiva, che si divertono ad alterare la realtà. Da leggere certi che "è meglio perdersi sulla strada di un viaggio impossibile che non partire mai".
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