D'Amore" Beatrice Zerbini Interno Poesia
"L'ansia,
L'inutile afflizione che ho in testa,
L'angustia di aspettare quel che viene,
La mia disperazione,
La paura che non torni
Mai più l'ispirazione,
Gli amori mal riposti a ricordarmi
Il contingente,
Che valgo poco o niente."
Un crescendo che come un quadro naif rappresenta le problematiche del presente.
Ritmica è la poetica di Beatrice Zerbini, attenta alla forma e alla sintassi.
Scrupolosa nella scelta del fonema, nell'utilizzo della punteggiatura che fa da cerniera all'immediatezza del dialogare.
Un dialogo con sè stessa, serratissimo, senza pause, con pochi giochi metaforici.
La poetessa ama la linearità del messaggio, la purezza e la musicalità del verso.
La quotidianità si slabbra in immagini nitide, il bisogno di sentirsi parte di una comunità.
"Sono uguale alla gente
Che ha corso per non fare tardi:
A ogni amore che sia
Venuto a prenderti,
Si sia fatto venire a prendere."
Identica tristezza, movimento continuo verso una frenesia che coinvolge tutti e poi la solitudine che arriva a distinguere dalla folla.
Presente l'amore che non è mai certezza, ma ricerca continua di punti di unione in "D'amore", pubblicato da Interno Poesia.
"È questo bicchiere crepato
E la stessa speranza,
O il duplice terrore,
Che si versi o non si versi da bere."
Non ci sono solo il bianco e nero ma infinite sfumature possibili nell'osservazione e nello studio dell'esistenza.
L'autrice ci porta a quella condizione in cui possiamo imboccare diverse traiettorie nel tentativo di scoprire chi siamo.
Cosa è la scrittura?
"È un'opera di operaia,
È un'appendice raschiata,
Bisturi e catena di montaggio..."
Interessante è quel Tu che non riusciamo a visualizzare.
Si ha la sensazione che sia la sembianza di un Io capovolto.
Quel me che cerca ordine nella caotica complessità dell'anima.
Da leggere con calma per assaporare la freschezza della lingua, per trovare la voce della speranza.
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