"Il polacco" J.M. Coetzee Einaudi Editore
"Lei è una persona intelligente, colta, preparata, una brava moglie e madre. Ma non viene presa sul serio."
"Il polacco", pubblicato da Einaudi Editore nella bella traduzione di Maria Baiocchi, sviluppa un tema già accennato nelle precedenti opere di J. M. Coetzee.
Le figure femminili nella narrativa dell'autore, premio Nobel per la Letteratura, hanno sempre mostrato spigoli difficili da decifrare.
Zone d'ombra legate al rapporto con la materialità del corpo.
In Beatrix, protagonista del nuovo romanzo, si svela la complessità del genere femminile insieme ad una evidente insoddisfazione per ciò che ha riservato l'esistenza.
L'incontro con il Polacco, pianista concertista settantenne, potrebbe far fiorire il suo bisogno di esserci.
Un uomo dal "profilo spigoloso" come il suo modo di interpretare la musica, è attratto dalla donna.
Un rapporto che non potrà mai essere bilanciato perché ognuno cerca differenti opportunità.
Nella trama stringata ma di una profondità lancinante emerge forte la contrapposizione tra corpo e anima.
È come se il desiderio si liquefacesse di fronte alla realtà che è narrata con una lucidità tagliente.
Altro elemento interessante è la consapevolezza del proprio corpo non più giovane.
Il testo ribaltando il concetto di donna musa rappresenta un punto di rottura con una certa Letteratura romantica.
Coetzee resta un rivoluzionario capace di sfatare una finta mitologia e restituire alla donna la sua dignità di essere umano.
Splendida la scrittura che procede veloce senza filtri emotivi e inutili retoriche.
Da leggere per riflettere sulle forme spurie d'amore, sulle relazioni che nascono dalle ossessioni, sulla capacità di non cadere nelle trappole di storie che non incrociano destini ma solo sfilacci di emozioni.
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