"Denti di latte" Silvia Calderoni Fandango Libri
"È da anni che mi alleno a collezionare pezzi di mondo e a cancellare le persone che li hanno abitati.
La mia memoria straborda di spazi, la mia memoria è piena di spazio vuoto."
Stanze e oggetti descritti attraverso infiniti dettagli.
I colori, le forme, le disposizioni nello spazio sono proiezioni della mente.
Gli altri sono solo figure senza nome, voci fuori campo in una dimensione altra.
L'infanzia si libera da intralci affettivi e torna ad essere quel misterioso universo dove galleggiamo in cerca di risposte.
"Denti di latte", pubblicato da Fandango Libri, sa essere straniante e lirico, fantasioso e doloroso.
Il dormiveglia e il sogno in un costrutto dove tutto ha la consistenza lattiginosa di un tempo rarefatto.
Il corpo prova a farsi invisibile mentre la mente è un vorticoso esercizio sulla fune.
Silvia Calderoni, performer, attrice e autrice, al suo esordio narrativo scandisce un testo che parte dalla percezione del sè.
Esplora territori scomodi senza lasciarsi influenzare dal pensiero dominante.
Crea un personaggio che in parte ci rappresenta.
Non il bambino ma l'adulto che vuole trasformare la memoria in un vagabondaggio senza meta.
Ci regala lampi di luce e ombreggiature e in questa ambivalenza troviamo il coraggio di riesumare quel prima che a tratti ci vuole schiavi del ricordo.
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