"Fiero saitù" Irena Douskovà Keller Editore
"Pare che dovrò riflettere su me stessa, eppure non faccio altro che riflettere come una matta."
Helena è rappresentazione simbolica dell'infanzia.
Cerca di interpretare il mondo complesso degli adulti e in questa continua ricerca di significati si libera dell'innocenza.
Filtra ogni esperienza con la curiosità mista a timore perché ha intuito che si imbatterà in verità scomode.
Figlia di un tempo balordo si trova nella fase di passaggio storico del suo paese.
"Fiero saitù", pubblicato da Keller Editore nella Collana Vie grazie alla traduzione di Raffaella Belletti, è ambientato negli anni settanta.
L'est Europa è cartolina sfocata per la protagonista e per noi che leggiamo conoscendo il substrato culturale la narrazione assume una valenza universale.
Nel gioco di potere si celano strategie di oppressione delle libertà individuali.
Scegliere una ragazzina come voce narrante significa travalicare le ovvietà e i giudizi critici affrettati.
Nel contesto familiare e scolastico si sviluppano i vulnus di una società che non ha ancora trovato la sua identità.
Nella freschezza di un linguaggio non artefatto ritroviamo quella purezza che gli anni sgretolano e annullano.
Nella relazione con la madre, i compagni, le maestre si addestrano mente e cuore.
Si impara che la vita è spettacolo teatrale dove ognuno deve sentirsi libero di interpretare la sua parte.
Irena Douskovà ha scritto un capolavoro vergando ogni frase con la consapevolezza di chi crede che l'infanzia sia un viaggio dal magico al reale.
Le domande che si pone Helena sono stilettate, sollecitazioni a cercare risposte ai tanti quesiti esistenziali.
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