"Grande meraviglia" Viola Ardone Einaudi Editore Stile Libero
Difficile scegliere una citazione che sappia cogliere la bellezza e la purezza di "Grande meraviglia", pubblicato da Einaudi Editore nella Collana Stile Libero.
Ogni frase ha uno spessore linguistico e stilistico, ogni parola è dosata con cura.
Un libro musicale, armonioso, trasparente.
Un gioco temporale impeccabile sottolinea quanto sia inessenziale misurare i giorni.
Quello che conta è entrare nell'animo dei personaggi, restituirli al lettore nella loro interezza fisica e psichica.
Viola Ardone supera sé stessa costruendo un romanzo che nella poetica della forma è viaggio nel luogo della segregazione.
Il manicomio diventa spazio di osservazione, incontro di solitudini e di fratture.
Donne tante ed ognuna narrata come voce inascoltata all'interno di un sistema che le vorrebbe mute.
Ad illuminare la narrazione la giovane Elba, cresciuta insieme alla madre nel "mezzomondo."
Quando la figura materna scompare la ragazzina, pur non essendo matta, resta nello spazio che la lega al ricordo della donna che l'ha partorita.
Un bisogno ancestrale e il desiderio di interpretare quel mondo slabbrato che la circonda.
La scrittrice non si ferma alla rappresentazione visiva e plastica del disturbo psichiatrico.
Con la delicatezza e la leggerezza che la contraddistinguono mostra gli effetti della legge Basaglia.
Ci invita a riflettere e a superare i falsi pregiudizi, racconta il legame tra la protagonista e il medico, mostra la difficoltà ad integrarsi.
"La pazzia non sparisce, e i manicomi nemmeno."
Un testo politico da leggere assolutamente.
Un'opera letteraria che colma il silenzio di chi si sente sano e restituisce dignità a chi ha perso la rotta.
Complimenti, Viola!!!!
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