"La chiave di Berlino" Vincenzo Latronico Einaudi Editore
"Di me non sapevo niente.
O meglio: ciò che sapevo volevo dimenticarlo.
Trasferendomi a Berlino speravo di scoprire qualcosa osservandomi in un contesto alieno, come nell'esperimento di un chimico che esplora le proprietà di un reagente nuovo."
Abbandonare un futuro forse già scritto, scegliere un luogo che allontana da ogni idea di appartenenza, vivere lo spazio vuoto e provare a riempirlo.
"La chiave di Berlino", pubblicato da Einaudi Editore nella Collana Frontiere, è un viaggio antropologico.
Una analisi del contesto sociopolitico, una rappresentazione del cambiamento culturale delle città europee.
Partendo dall'esperienza personale Vincenzo Latronico coglie il vulnus di una generazione che ha visto sfiorire i propri ideali.
"La nostra non era superficialità o trascuratezza: nel trasferirci, per molti versi, avevamo scelto di vivere una vita lontana dall'impegno politico.
Avevamo delle ragioni."
L'autore riesce a costruire contemporaneamente due mappe geografiche confrontando il proprio paese con una città segnata profondamente dalla Storia.
Sono cambiate le metropoli, sono stati annullati i margini, si sono aperte delle voragini di vuoto.
Quel vuoto è in parte sinonimo di libertà perché "è in attesa di essere riempito."
Il romanzo è ricco di riferimenti letterari, di argomentazioni politiche e soprattutto della ricerca.
Di un sentire che si esprime nella musica, nell'arte, nella scrittura, nella sperimentazione del raccoglimento.
Passo dopo passo, senza fretta, percepire la perdita di unicità.
Un libro denso di osservazioni, utile per comprendere come e dove viviamo e per imparare a lasciare aperte le porte della conoscenza.
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