"Noi, i Caserta" Aurora Venturini SUR
"Non ero tenuta ad amare il mio prossimo se il mio prossimo mi detestava, ma, diversa com'ero, chi era mio simile?"
Ancora una volta Aurora Venturini indaga sull'essere umano.
Lo fa senza vezzi o falsi pudori.
La sua parola è stridente, accerchia il lettore.
Non lo seduce ma lo costringe ad ascoltare.
A differenza di "Le cugine", la nuova prova letteraria pubblicata da SUR grazie alla traduzione di Francesca Lazzarato, è più soggettiva, intima ma mai fuorviante.
"Noi, i Caserta" rappresenta l'esistenza dell'autrice, vissuta all'ombra della cultura.
Amica di Simone de Beauvoir e di Sartre ne percepisce quel profondo buco nero, quella capacità di dare nome a ciò che è scomodo.
La protagonista, Chela, rivisita il passato con una crudezza che è nello stile della scrittrice.
La destrutturazione di una famiglia patriarcale e poco incline all'affettività, i viaggi, le esperienze parigine, il tempo trascorso in Cile e poi l'Italia.
In questo viaggio della memoria emerge il bisogno di non essere intrappolata in una catalogazione.
Essere diversi significa avere il coraggio di affrontarne le conseguenze.
Il libro va letto come un invito a camminare senza mai fermarsi cercando i propri spazi vitali, inventando il proprio linguaggio emotivo.
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