"Quello che so di te"
Nadia Terranova
Guanda Editore
Difficile scegliere una frase che sappia contenere la bellezza e la profondità di "Quello che so di te", pubblicato da Guanda Editore.
La cura nella parola che è canto poetico, la luminosità di una narrazione che è intima e al contempo capace di rappresentare l'interiorità del lettore, l'urgenza di dare senso ad un sogno ricorrente, il bisogno di andare oltre "la Mitologia familiare", la capacità di comprendere la sofferenza della bisnonna Venera, rinchiusa in manicomio alla morte della sua bambina.
Nadia Terranova scava negli interstizi della storia, cerca di ridare un'occasione a quella donna minuta alla quale fu sottratto il tempo di elaborare il lutto.
Si confronta con sé stessa, donna, moglie, madre.
Descrive la sua relazione con la figlia con quell'onestà intellettuale che la contraddistingue.
Affronta la malattia mentale senza indulgere nel pietismo.
Va alla radice di un disagio che in questa nostra epoca distratta viene marginalizzato.
Ieri come oggi è il femminile che paga lo scotto di una rigidità morale di facciata.
C'è molta Sicilia nel romanzo, quella terra di luci e ombre, di fantasmi sepolti, di verità celate.
Le siamo grati perché riesce a scuoterci, a farci sentire vivi, forse anche fragili ma mai accecati dalla menzogna, pronti ad affrontare a viso aperto il nostro passato.
Complimenti Nadia!
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