"Non tutti in guerra possono essere valorosi"
Mazen Maarouf in "Barzellette per miliziani", pubblicato da Sellerio, affascina perchè propone uomini comuni e in questa ricomposizione delle fisionomie regala personaggi indimenticabili.
La realtà appare senza distorsioni, la perfetta rappresentazione di un quotidiano difficile.
I racconti sembrano usciti dalla mano di un incantatore, perfetti, lineari e certamente spiazzanti.
Un bambino che vive in un cinema per salvarsi dai bombardamenti, un uomo che "è capace di uccidere la gente con una barzelletta", un personaggio che vorrebbe vivere con un'altra personalità, un padre codardo ma tanto amato: fioriscono tra le spine figure straordinarie, capaci di attrarre per quella dose di non senso che le anima.
Può succedere di tutto perchè lo scrittore ha inventiva e da un incipit riesce a costruire una trama a volte surreale.
I sogni sono una costante, un esplosione di energia narrativa, una rete magica che fa perdere il senso del tempo.
"Grammofono" evoca una delle tante scene viste nei telegiornali, il fragore di una bomba, il silenzio sbigottito, l'attesa.
Ma c'è di più, quello che non vedremo mai. La vittima e il suo dolore e quella capacità di resistenza che solo chi ha vissuto l'inferno può raccontare.
"Mia madre ci faceva scendere al rifugio insieme a mio padre, mentre lei rimaneva in cucina."
La nostra attenzione si sposta sulla quotidianità, il profumo dei biscotti appena sfornati e sorridiamo certi che finchè ci saranno donne simili il mondo non si potrà sconfiggere il diritto alla vita, anche nei paesi dove il conflitto è una costante.
"In mezzo alle macerie, scovai quattro palloni di calcio. Erano tutti sventrati".
Oggetti, animali, musiche lontane trasformano la tragedia in un teatro animato dalla speranza. Sarà la fantasia a salvarci, a permetterci di riscrivere la storia con i colori dell'arcobaleno.
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