Libertà è la parola che resta impressa dopo aver letto "Impossibile", pubblicato da Feltrinelli.
Due personaggi: un magistrato e un indagato per l'omicidio di un vecchio compagno di lotta che ha tradito diventando collaboratore di giustizia. Nei dialoghi serrati si contrappongono due modi di pensare, due filosofie di vita.
Un inno allo scambio dialettico anche quando non è paritario, un invito a comprendere l'itinerario mentale dell'altro.
Erri De Luca torna all'ardore dei suoi primi scritti, lo fa con uno sguardo distaccato, dimostrando che il tempo diluisce le ferite e accresce la consapevolezza.
Gli anni 70 sono protagonisti in questo meraviglioso romanzo epico. L'amicizia, la condivisione, l'appartenenza e il coraggio di non rinnegare niente. Pagine da sfogliare come un album che non è solo personale. Facendosi Storia diventa collettivo.
È questo il grande merito dello scrittore, non avere timore nel riportare alla luce un tempo che si è voluto dimenticare.
Di quell'epoca "sconfitta e superata" non si può fare tabula rasa se si vuole comprendere il presente.
È significativo che il giudice sia molto giovane, perché la costruzione di un futuro possibile passa attraverso la conoscenza.
"La legge punisce chi stampa biglietti falsi, ma lascia correre chi spaccia vocaboli falsi. Io proteggo la lingua che uso."
Non solo un invito a credere nel linguaggio, c'è molto di più in questa affermazione.
È nella differenza dei termini che si costruiscono le identità. Ipotesi e tesi, esperienza e improvvisazione, devozione professionale e conquiste lente.
Cosa è la fraternità, quando ci si sente liberi nonostante le restrizioni di una cella, quanto sono attendibili le verità processuali: solo alcuni degli infiniti spunti che offre il testo.
"Vado in montagna perché lassù è arrivato il bordo della terra, con una salita posso andare finchè non c'è più niente da salire". Superare il limite, scoprire quella parte di se che non ha niente da perdere.
A dare un'ulteriore prova di unicità letteraria De Luca introduce delle lettere d'amore di una bellezza sconvolgente. Si percepisce un sentimento che non ha bisogno di giustificazioni perché vive animato dal verbo tenersi.
"Con te non so più cosa è lontano." Una dichiarazione che celebra l'unione di carne e spirito.
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