"Quando ero bambino, a Gerusalemme, nell'intervallo all'asilo raccontavo storie gialle a puntate agli altri bambini."
Per tutta la vita Amos Oz è riuscito a regalarci l'autenticità della parola scritta fatta di "incontri, esperienze, ascolti".
In "Sulla scrittura, sull'amore, sulla colpa e altri piaceri", pubblicato da Feltrinelli, passiamo in rassegna le tappe fondamentali della vita di un grande Maestro, un uomo che ha dato favella al suo popolo, ne ha scandito le contraddizione, ha allargato i nostri orizzonti proponendoci non solo il suo universo ma quello dell'umanità. Lo ha fatto con garbo ed eleganza senza imporre idee e smitizzando pregiudizi.
Lo vediamo alle cinque del mattino seduto alla scrivania, animato da una passione che non ha mai sprecato affidandosi all'istinto. Ogni passaggio del suo narrare è pensato, meditato e ne abbiamo finalmente la prova. Cinque, sei bozze di una scena confrontate con pazienza fino ad arrivare alla stesura finale.
Per chi non ha avuto ancora la fortuna di leggere le opere di Oz, questa lunga, brillante intervista è una folgorazione. Chi invece in altre occasioni è stato accompagnato dalla sua voce può risentirsi coccolato e amato. Comprende di essere figlio e amico, colui che dovrà passare il testimone di una ricchezza ineguagliabile.
"Ogni tanto mi chiedo dove vengano le storie" e in questa domanda è racchiusa l'umiltà di chi si è sempre confrontato con sè stesso.
È stata la curiosità, il desiderio di entrare in altre esistenze ad ispirarlo: una lezione che ci lascia sbigottiti, ci costringe a fermarci, a ritornare su un paragrafo, a non perdere una parola di questo grandioso testamento spirituale.
Shira Hadad misura le domande e nel farlo ha il potere di farci sentire protagonisti.
La lunga elaborazione di "Giuda", le pause, la necessità di entrare nel personaggio e farsi guidare, le riflessioni sulla contemporaneità mai falsate da giudizi avventati, le scelte giovanili: un album che ad ogni pagina si arricchisce di nuove osservazioni.
"Il kibbuz era per me una miniera straordinaria, la migliore università di scienze umane che si possa immaginare." L'essere umano al centro dell'universo letterario non come un manichino ma come soggetto.
"Leggere un libro e dire a qualcun altro: val la pena leggerlo". È quello che suggerisco, non perdetevi questo giardino di delizie. Conoscerete l'artista, il compagno, l'amante.
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