Nei cinque racconti che compongono "La generosità della sirena", pubblicato da Einaudi, i personaggi sono cosi reali che sembra di sentirne le voci. Si muovono con consapevolezza. Si accettano ironizzando sulle loro vite sghembe, si confessano senza il timore di essere giudicati.
Cosa li lega? La schiettezza del narrare di Denis Johnson, maestro nel realizzare grandi storie liberandole dall'abbrutimento di alcool, droghe, galere.
Un'America dolente ma non sconfitta, appesa al filo di un presente precario mentre "il passato non c'è più". Quello che conta è l'oggi, che con lentezza trascina questi esseri unici perché hanno ancora una vita da raccontare. Non importa quanto sia rattoppata, gualcita dalle pieghe della delusione, stiracchiata dalle tante illusioni fallite.
"Mi sono avvicinato troppo al bordo della giostra e sono volato fuori": il tema centrale è proprio questo, varcare quei confini dove per interpretare la sofferenza bisogna inventarsi un itinerario alternativo.
"Vagando camminando marciando avanti e indietro" e forse la meta è più vicina di quanto ci si immagini. Pubblicato alla morte dell'autore, acclamato da critica e lettori, è la dimostrazione che "qualunque cosa ti succeda, la metti sulla pagina, le dai una forma, la interpreti in un certo modo." E regali l'esperienza intensa di un vagabondare della mente tra allucinazioni, verità, ritocchi alla memoria.
Oltre il nulla, oltre il vuoto, oltre la finzione resta la luminosità di una parola che lascia tracce nel panorama letterario internazionale.
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