Con "Il ciarlatano" Adelphi ci regala un inedito di Isaac Bashevis Singer, gioiello di raro pregio.
L'opera riesce a concentrare tutte le tematiche presenti nei precedenti romanzi spingendosi oltre quel confine dialettico che rende unico l'autore.
Ancora una volta sullo sfondo compare l'America, "il paese della fretta", dove per sopravvivere devi mettere in gioco tutte le potenzialità, dimenticando da dove provieni.
Per gli immigrati polacchi la prova è dura e nel leggere le peripezie del protagonista Hertz Minsker si resta stupiti. Il testo è di una attualità sconvolgente nel descrivere quell'esodo di massa, nel cogliere il dolore e la schizofrenia degli esuli.
Ma chi è veramente Hertz? "Un erudito, studioso di filosofia", incapace di vivere nel suo tempo.
Affetto da instabilità emotiva, pronto a vivere mille avventure, a cedere ai sortilegi dell'amore.
Il lettore ne resta affascinato e gli perdona i numerosi inciampi perchè in lui vede colui che cerca di "intravedere qualcosa dietro il velo della realtà, di cogliere per miracolo l'essenza stessa dell'esistenza".
Come raccontare la persecuzione degli ebrei? Come descrivere la disperazione di chi è riuscito a fuggire?
La potenza narrativa sta nel mascherare nella trama la rabbia e il tormento, dando a chi legge la possibilità di elaborare un percorso critico soggettivo.
Definire il testo una commedia è certamente riduttivo, pur mantenendo una ironia dissacratoria tanti sono gli interrogativi che arrivano ad ondate, pagina dopo pagina.
Cosa è la colpa? Quale relazione tra uomo e divinità? Quando la spiritualità sconfina nel bigottismo?
Solo alcuni gli elementi che trasformano il libro in un compendio sulla natura umana.
Nel ringraziare l'editore non resta che promuovere questo spettacolare affresco, libero da pregiudizi.
"Come potrebbe lo spazio avere un limite? E il tempo un inizio?"
Provate leggendo a trovare le risposte.
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