"Cantare la bellezza
È gioia di ogni voce
Ma muti stanno
In troppi senza incanto"
Perdersi all'interno delle "Mappe" tracciate da Tiziana Altea significa ritrovare quel sentiero comune che conduce alla purezza della parola.
Studiosa e appassionata interprete della poetica di Antonia Pozzi, la scrittrice nella raccolta poetica pubblicata da "Interno Poesia" traccia netti confini ai sentimenti che la pervadono.
"C'è un cielo cavo
Aspirato dalla terra
Tremito rapace che sventra"
Si coagula il dolore della Natura, diventa urlo di aria, acqua, fuoco.
"Ho capito - forse
Come fai a chiudermi
Il cuore - e fuori resta
Sconcia -
L'indifferenza"
Una poetica sociale, il bisogno di raccontare il bulimico, aspro nostro tempo. E i fatti di cronaca diventano storia che redime i colpevoli perchè i versi purificano le lordure di chi non vuole essere fratello.
"Per fortuna ebbra
È la notte"
Una vena mai sopita di rinascita, forse anche di perdono trasforma ogni rigo in una carezza lieve. Il vento si fa amico "portando primavera", cercando quell'"insieme" che sconfigge la solitudine.
"Con la conchiglia nell'orecchio
Nella mia pancia di donna
Non echi sento
Ma gelido orrore."
Porti come chimere e deserto che arde e mare che uccide.
La pietas non è apparenza di inutili pianti, è farsi carne di chi non ha più lacrime.
"Metri e metri di sudari
Mentre senza vergogna
Sventola l'inerzia
L'inciviltà"
Parole come fulmini in un cielo plumbeo mentre scorrono le immagini di troppe stragi, di troppi silenzi.
Imparare ad essere anche quando si ha la certezza che tutto "si disferà".
È "l'umano in gioco" per Gaza e per ogni popolo oppresso, per non dimenticare Giulio Regeni, per le vittime di stupro e per i bambini abbandonati come bambolotti su spiagge deserte.
È vero: "il viaggio siamo noi".
Imbarchiamoci con Tiziana Altea, diventeremo nuvole, onde, stelle e torneremo a stringere mani.
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