Passa ai contenuti principali

"Bianco" Bret Ellis Easton Einaudi







"Non ho mai ceduto alla tentazione di dare al mio pubblico ciò che potevo immaginare desiderasse."
La libertà espressiva che tanto abbiamo amato in Bret Ellis Easton in "Bianco", pubblicato da Einaudi, è esplosiva. 
Si palesa subito la personalità prorompente di una delle voci letterarie più autentiche del nostro secolo.
Definire il genere del testo è impossibile: saggio, reportage di un'epoca, memoriale, romanzo. 
In ogni capitolo sono cosí tanti gli spunti di riflessione che è ardua impresa provare a concentrarli in una sintesi testuale.
L'infanzia negli anni 70 quando "non esistevano genitori - elicottero": un'autonomia che faceva crescere in fretta senza perimetri affettivi vincolanti.
La passione per i film horror che, abbattendo una geografia ancestrale, componevano un puzzle a volte surreale, utile ponte per attraversare il paese dell'innocenza affinando l'ironia.
La scrittura come lungo esercizio di ricerca in un continuo, necessario bisogno di staccarsi dal personaggio.



La minuziosa descrizione di quei film che hanno segnato una svolta nella concezione stereotipata della cinematografia.
Il ruolo dell'attore, trasposizione di un modello dove la finzione prevale sulla realtà.
Il rapporto tra scrittura e critica, mai mediata dall'assuefazione a canoni estetici dominanti.
La giovinezza tra alcool, droghe e notti infinite cercando il pretesto per veder apparire l'alba mentre la notte con le sue ossessioni si muove lenta lasciando il sapore amaro delle parole non dette.
Lo spietato biasimo per "il più grande crimine commesso in questo mondo: "stroncare la passione e ridurre al silenzio l'individuo".
Perchè i social sono diventati spazi di ostentazione? Esisti se scrivi un tweet ricevendo consensi, mentre "la negatività non è consentita".
Trasformarsi in vittime e non essere capaci di affrontare il dolore, relegare l'ansia in nascondigli segreti ed aspettare che gli eventi guidino verso facili vie di uscita dal pantano collettivo.
Ci sono libri che possono illuminarci e "Bianco" è tra questi per la schiettezza, la lucidità, la coerenza della narrazione.
Bentornato tra noi, Bret 💙

Commenti

Post popolari in questo blog

"I lupi dentro"Edoardo Nesi La Nave di Teseo

  "I lupi dentro" Edoardo Nesi La Nave di Teseo Non credo che "I lupi dentro", pubblicato da La Nave di Teseo, chiuda un cerchio. È il teatro che irrompe con la sua vitalità in una brillante ricollocazione dei personaggi che già conosciamo. Torna Fede Carpini che avevamo incontrato in "Fughe da fermo". Cambia lo scenario storico e politico, resta un'elegia malinconica che pervade le pagine. Si è conclusa un'epoca lasciando macerie e nelle vicende del protagonista è inscritta la traiettoria italiana. Ancora una volta Edordo Nesi ci regala un romanzo collettivo, una voce corale dove la memoria è un pericoloso cunicolo. Giocando sul passato e sul presente, sui cambiamenti di tonalità, sui falsi miti degli anni Ottanta, l'autore scolpisce quel che eravamo e quel che siamo diventati. Il tracollo economico è solo un pretesto per accendere le luci su un'economia che ha spazzato via un apparato produttivo fertile e creativo. Lo scrittore registra c

"Tutto qui" Nicola Guarino Graphe.it Edizioni

  "Tutto qui" Nicola Guarino Graphe.it Edizioni  "È così Napoli, una voce che si spande vanamente." La scrittura di "Tutto qui", pubblicato da Graphe.it Edizioni, ha la consistenza di una brezza che si posa sugli oggetti con leggerezza. Di un canto d'altri tempi. Di profumi dimenticati. Di incontri che sfumano nel ricordo. Di sogni che si scontrano col reale. Di strade dove ognuno segue la sua ombra. Di silenzi assordanti. Di amori sfioriti e di abitudini stancanti. Di musiche segrete. Di partenze e scomparsi senza nome. Di stelle e di cieli infiniti. Di solitudini struggenti e di rimpianti nei cassetti. Nicola Guarino costruisce i racconti come fossero spezzoni di film. Li colloca in un Sud sconosciuto, filtrato dalla poetica di una memoria ancestrale. Un gesto, un incedere, un dettaglio nella perfezione di uno stile narrativo compatto e mai artefatto. Fotografie che " salvano dalla morte e dall'oblio."

"Il passeggero" Cormac McCarthy Einaudi Editore

  "Il passeggero" Cormac McCarthy Einaudi Editore  " L'abisso del passato nel quale il mondo precipita. Tutto che svanisce come se non fosse mai esistito. Difficilmente vorremmo conoscere noi stessi com'eravamo in passato e tuttavia piangiamo i tempi andati." Sedici anni: l'attesa del nuovo romanzo di Cormac McCarthy ci è sembrata infinita. Leggendo "Il passeggero", pubblicato da Einaudi Editore grazie alla traduzione di Maurizia Balmelli, comprendiamo il lungo silenzio dell'autore. La nuova prova letteraria è una vertigine, un viaggio nei territori dell'ignoto, una sperimentazione culturale. Più tematiche creano una stratificazione di generi e stili. Mi piace immaginare che Bobby Western sia il nostro alter ego. La trama molto articolata e movimentata è decisamente fondamentale ma c'è molto altro. Il protagonista è un pellegrino, assetato di sapere. La missione di recupero del jet affondato al largo della baia del Mississippi intro