"Api grigie" Andrei Kurkov Keller Editore
"La paura è una cosa invisibile, sottile e variegata.
Un pò come un virus o un batterio.
La si può inalare con l'aria, mandar giù inavvertitamente con l'acqua o con la vodka, beccarsela attraverso le orecchie, vederla chiaramente con gli occhi, nei quali resta riflessa anche quando è ormai svanita."
"Api grigie", pubblicato da Keller Editore nella Collana Passi grazie alla traduzione di Rosa Mauro, è carico di simbolismi.
Bisogna cogliere i segnali che tracciano un percorso introspettivo complesso.
Il libro, vincitore del Prix Médicis Étranger 2022 e del National Book Critics Circle Award, è ambientato in Donbass e narra l'esistenza dell'apicoltore Sergej e del suo amico nemico Paška.
In una terra di perenne conflitto si sviluppa una trama che sembra solo in apparenza distante dalla Storia.
Si percepisce che qualcosa sta per accadere nell'immobilità del villaggio.
Un crescendo che sottolinea la difficoltà di accettare il proprio ruolo di protagonisti e che evolve con un viaggio di ricerca.
Credo che Andrei Kurkov voglia analizzare la complessità della situazione socio politica dell'Ucraina attraverso le evoluzioni del suo protagonista.
Alla rassegnazione segue una nuova visione di ciò che bisogna fare e forse nel finale si apre uno spiraglio.
Un libro che merita attenzione perché ha il coraggio di entrare nella zona grigia, quella che ci fa tanta paura.
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