"Vertigine" Franck Thilliez Fazi Editore
"Mi aspetto un altrove, un fuori, qualcosa di vivente.
Ma non c'è nessun altrove.
Niente margini, sfondi o primi piani.
Solo e soltanto oscurità."
Immersione nell'abisso in compagnia di Franck Thilliez.
Non sappiamo dove ci condurrà ma fin dalle prime pagine di "Vertigine", pubblicato da Fazi Editore nella Collana Darkside grazie alla traduzione di Daniela De Lorenzo, intuiamo che non abbiamo scampo.
Siamo prigionieri insieme a Jonathan Touvier, ex alpinista cinquantenne, e al suo cane Pokhara.
Una grotta buia, freddo e un senso di forte spaesamento.
Cosa è successo e chi sono i due uomini anch'essi rinchiusi?
Un romanzo claustrofobico, labirintico.
Un thriller che incede impietoso tra colpi di scena e descrizioni decisamente senza filtri.
Bisogna prendere le distanze dal testo e cercare di comprendere il focus principale.
La lotta per la sopravvivenza mostra il vero volto dell'essere umano e scoprirlo può rivelarsi doloroso.
Dal buio della propria anima si può uscire?
Si può cancellare la colpa e tornare a vedere il sole?
Come scrisse Pascal:
"L'uomo non è che una canna, la più debole della natura; ma è una canna pensante."
Forse è questo il senso profondo del romanzo ma non ne sarei così certa.
L'autore sa andare fino in fondo con freddezza e razionalità, lascia a noi il compito di interpretare ciò che vuole trasmetterci.
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