'Gli altri" Georges Simenon Adelphi Editore
"Zio Antoine è morto martedì, vigilia di Ognissanti, probabilmente intorno alle undici di sera. Sempre quella notte, Colette ha tentato di buttarsi dalla finestra. Pressappoco nello stesso momento si veniva a sapere che Édouard era tornato e che diverse persone lo avevano visto in città."
Un incipit stringato ed essenziale.
La provincia francese e il cupo bigottismo.
La famiglia e i suoi segreti.
"Gli altri", pubblicato da Adelphi Editore grazie alla traduzione di Laura Frausin Guarino, è spietato quadro di un certo modo di essere.
Voce narrante è Blaise, nipote del morto.
Il suo diario, discorsivo e introspettivo, vuole essere una sorta di confessione.
Ma è molto di più.
È il coraggio di ammettere il tradimento della moglie, il bisogno di comprendere quella patina di perbenismo falso e opportunistico.
È la paura di essere come gli altri e il senso di scoramento nel vedersi diverso.
Un romanzo breve, composto come fosse un requiem.
Ogni personaggio è causa di un'atmosfera ipocrita, vive una doppia esistenza.
Georges Simenon snida le abitudini rituali, i peccati e il non detto.
Sa essere sempre attuale perché tocca i nervi scoperti della nostra società.
Ci invita a chiederci se siamo parte di quella subcultura malata che ci vuole prigionieri e schiavi dei nostri limiti.
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