"La sindrome di Ræbenson Giuseppe Quaranta Atlantide
"Ma lui chi era, in fondo? Una persona come tutte le altre. Non poteva tollerare l’eccezionalità di un simile destino. Come stabilire, con quali strumenti misurare la circonferenza della propria sanità mentale?"
Scienza, filosofia, letteratura e vita in un intreccio perfetto.
"La sindrome di Ræbenson", finalista al Premio Calvino 2023, pubblicato da Atlantide, riesce a cucire insieme linguaggi e stilemi differenti offrendo al lettore diverse ipotesi di lettura.
Nell'intreccio raffinatissimo e molto colto forti i riferimenti psichiatrici, le suggestioni immaginifiche, gli interrogativi esistenziali.
Ad indagare e a studiare la patologia di Antonio Deltito una voce narrante che arricchisce il testo di osservazioni, immagini e frammentarie esperienze personali.
La trama fitta senza una slabbratura inessenziale esce dai canoni di genere ma coniuga il sapere e il dubbio.
Crea un ponte tra memoria ed esistenza, si interroga sul ruolo della psichiatria, insiste sul valore del ricordo.
Un libro che scombina le nostre certezze, ci invita a rivedere con lucidità il passato, a chiederci cosa saremmo senza il nostro prima.
Offre una lettura critica del nostro rapporto con l'immortalità e con la nostra unicità.
Complimenti a Giuseppina Quaranta che nella sua opera prima ha saputo dosare con intelligenza finzione, realtà, mistificazione e soggettività.
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