"La geologa, il cigno e i Vecchi Credenti" Irina Zhorov Playground
"Un tempo pensavo che l'eternità fosse possibile."
Una scrittura luminosa e malinconica.
Immagini e parole si uniscono costruendo un edificio letterario solido, equilibrato, straniante e lirico.
"La geologa, il cigno e i Vecchi Credenti", pubblicato da Playground grazie alla traduzione di Massimo Bentini, è un esordio brillante, arricchito da una prosa lineare, musicale, visiva.
La geologa Galina e la giovane Agafia: due mondi che si incrociano scatenando una forte tensione emotiva.
La prima donna viene dal progresso, la seconda è vissuta isolata dalla civiltà insieme alla famiglia che ha scelto di ribellarsi all'ateismo del proprio paese.
Irina Zhorov è giornalista e fotografa e nel romanzo mette insieme lo sguardo critico e la lucidità dell'osservazione.
Sa dosare senza problemi la parola che è fluida anche quando sviluppa una narrazione storica.
La vita sovietica degli anni Settanta viene esaminata attraverso gli eventi che coinvolgono i personaggi.
Il progetto di una miniera nella natura incontaminata è simbolo di una strategia che non rispetta l'ambiente.
Accanto alle riflessioni sulle cause di una modernità che non perdona emerge il senso profondo della conoscenza tra diversi.
È questa una delle carte vincenti insieme alla contaminazione tra opposti che non è mai indolore.
Mettersi in discussione ed avere il coraggio di guardare avanti: da leggere assolutamente.
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