"Le streghe di Manningtree" A.K. Blakemore Fazi Editore
"La natura infinita della prigionia inizia a insinuare nella mente uno stato trasognato; come meglio spiegarlo?
Inizio a pensare di non esistere più come individuo, in alcun senso."
Drammatica e dolorosa è la condizione di Rebecca che, insieme alla madre e ad altre donne di umili origini, viene accusata di stregoneria.
La prigionia è non solo perdita della libertà ma despoliazione della personalità.
La Poetessa A. K. Blakemore si cimenta con la narrativa e sceglie fatti realmente accaduti nell'Inghilterra del 1600.
Certamente coraggiosa nell'evocare pagine buie e in parte dimenticate.
Una comunità che vive di poco all'arrivo dell'Inquisitore vede ribaltata la propria esistenza.
Al sospetto seguono le accuse, pesanti come macigni.
"Le streghe di Manningtree", pubblicato da Fazi Editore nella Collana Le strade grazie alla traduzione di Velia Fabruari, non è solo un romanzo storico costruito con competenza.
È l'abisso e la presunta colpa, la perdita di dignità, il disgusto di sentirsi marchiati.
Non è un libro facile e leggerlo significa voler conoscere la verità.
La scrittura sa essere cruda, intransigente, l'apparato scenico a tratti asfissiante, la descrizione dei personaggi cupa.
Sono queste caratteristiche a rendere il testo interessante.
Non stiamo vivendo nella leggenda ma nella realtà ed è bene non dimenticare che la tracotanza di chi si crede puro può annientarti e distruggerti.
Da leggere senza fretta come una testimonianza che difficilmente dimenticheremo.
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