"Quel che non ha nome"
Piedad Bonnett
Codice Editore
"Lassù, nella notte scura, mi assalgono immagini implacabili. Immagini di vita, immagini di morte. Rivivo la nascita di Daniel nell’acqua, la luce soffusa nella sala parto, la musica, il suo piccolo corpo legato al cordone ombelicale, poggiato con cura sul petto per poterlo accarezzare e baciarne la testa ancora impiastricciata: una scenografia intera con un’aria da nuova era, un po’ sentimentale, un po’ melensa, studiata perché la venuta al mondo fosse un passaggio dolce; penso a tutta quella tenerezza e a tutta quella cura, sconfitte dalle ombre dissennate della paura e della morte."
Trovare le parole per raccontare il suicidio del figlio.
Ripercorrere la sua esistenza cercando di comprendere le ombre che hanno affollato la sua mente.
"Quel che non ha nome", pubblicato da Codice Editore grazie alla traduzione di Alberto Bile Spadaccini, è il viaggio di una donna spezzata che deve trovare il senso della scelta del suo ragazzo.
Daniel Segura ha solo ventotto anni quando si lancia dal tetto del palazzo.
La drammaturga e poetessa Piedad Bonnett scrive un memoriale coraggioso, catartico, emozionante.
La sua testimonianza è una luce che illumina la disperazione, la rende visibile, la sublima.
Il linguaggio è un canto d'amore, vergato come l'ultimo atto di un incontro.
E quell'incontro è intimo, profondo, arricchito di dettagli.
Non c'è enfasi ma una pacatezza che dà pace.
Attraverso la scrittura si avvera il miracolo di una nuova nascita e solo così, possedendo la carne e lo spirito di Daniel si potrà accettare l'indicibile.
Da leggere per assaporare il frutto di un legame che non conosce la parola fine.
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