"Birnam Wood" Eleanor Catton Einaudi Editore
"Questo era il volto ufficiale di Birnam Wood, quello che mostravano quando reclutavano nuovi membri e adescavano potenziali proprietari di terreni che li ospitassero; nei fatti, la gran parte dei loro raccolti era stata piantata senza permesso su pezzi di terra pubblici o incustoditi."
Eleanor Catton con grande maestria riesce a dimostrare che il confine tra buoni e cattivi è molto labile.
I suoi personaggi hanno una doppia anima, provano a camuffarsi ma obiettivo di "Birnam wood", pubblicato da Einaudi Editore, è quello di stanare il marcio.
Il romanzo ruota su un terreno conteso.
Siamo a Thorndike, città immaginaria che però rispecchia il vero volto della Nuova Zelanda.
Chi è veramente Mira Bunting, fondatrice del collettivo ecologista che dà il nome al romanzo?
Sa muovere con arguzia le sue pedine, riesce addirittura a costruirsi una falsa identità, è inquieta e arrivista.
Decisamente più rigorosa è l'amica e aiutante Shelley.
Da ago della bilancia c'è Tony, forse meno contaminato dal desiderio di uscire dall'anonimato.
Anche lui ha i suoi scheletri nell'armadio.
Interessati alla proprietà abbandonata sono il proprietario terriero Darvish e il magnate Lenoine.
Mondi inconciliabili che si intrecciano in una trama molto articolata.
Dalla tecnologia allo sfruttamento del suolo alle teorie ecologiste la struttura narrativa non perde colpi.
Ancora una volta l'autrice denuncia la malafede e l'intrallazzo.
Lo fa con una scrittura molto discorsiva, ricca di dialoghi.
Non mancano le battute sarcastiche mentre la vera natura degli esseri umani viene alla luce.
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